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Stipendio aumentato per il rettore dell’UniSalento: «Non pensa a studenti e ricercatori»

Infuria la bufera sul rettore di Unisalento Fabio Pollice che si è aumentato lo stipendio del 400%. «Atto di incoerenza in un momento di crisi del mondo accademico», attacca il circolo cittadino del Partito democratico di Lecce. Nei giorni scorsi il consiglio di amministrazione dell’Ateneo salentino ha approvato la proposta deliberata dal Senato accademico che…

Infuria la bufera sul rettore di Unisalento Fabio Pollice che si è aumentato lo stipendio del 400%. «Atto di incoerenza in un momento di crisi del mondo accademico», attacca il circolo cittadino del Partito democratico di Lecce. Nei giorni scorsi il consiglio di amministrazione dell’Ateneo salentino ha approvato la proposta deliberata dal Senato accademico che prevede l’aumento dei compensi dei vari componenti degli organi di amministrazione e controllo.

I tagli

Lo stipendio del rettore passa da 25.200 euro annui a 115.500, quello della prorettrice da 10.800 a 28.875. Secondo i democratici, la scelta, legittimata dal decreto 143 del 2022 del governo Draghi, solleva interrogativi profondi in un contesto di tagli di finanziamento pubblico. «La decisione sembra distaccata dalle difficoltà quotidiane che affrontano ricercatori e studenti, colpiti da un sistema sempre più sotto pressione», accusano i dem leccesi guidati dal segretario cittadino Romeo Russo. La riduzione del Fondo di finanziamento ordinario, per Unisalento, in un solo anno, è stata del 3,11% equivalente a 3,5 milioni di euro per il 2024. «Dati che rendono ancor più incomprensibile l’incremento del 458% dell’indennità del rettore, del 267% della prorettrice e l’introduzione di gettoni per i membri del consiglio di amministrazione. Queste decisioni risultano particolarmente problematiche, considerate le gravi difficoltà economiche che l’università affronta. Con i giovani ricercatori in condizioni di precarietà e la fuga di cervelli che continua, tali scelte rischiano di alimentare un clima di frustrazione e sfiducia nel futuro del sistema universitario italiano», spiegano i democratici preoccupati per la fine dei fondi del Pnrr. Una situazione, sottolineano, che potrebbe portare i nuovi ricercatori dell’Università del Salento a lasciare l’Italia.

La crescita

Di fronte a questa situazione, il circolo cittadino del Partito democratico di Lecce vuole evidenziare, pur nel rispetto degli oneri che quotidianamente si assumono le dirigenze degli atenei, che le priorità condivise oggi dovrebbero essere il rilancio del Fondo di finanziamento ordinario, la stabilizzazione dei ricercatori precari assunti con fondi del Pnrr, gli investimenti in infrastrutture, la digitalizzazione delle università e la gestione trasparente delle risorse. «È fondamentale che le scelte economiche siano orientate alla crescita complessiva dell’università e alla valorizzazione dei suoi lavoratori, evitando decisioni che privilegiano i vertici a scapito del futuro dell’intero sistema accademico», concludono gli esponenti del Partito democratico.

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