Stangata sulle università: bollette-monstre all’Ateneo di Bari

Sulla scia degli uffici pubblici e degli ospedali, la stangata dei costi dell’energia elettrica è arrivata a colpire le università baresi. Gli atenei hanno iniziato a fare i conti, anche in previsione della prossima chiusura dei bilanci e i numeri legati ai rincari sono impietosi.

Dall’Università degli studi di Bari “Aldo Moro” fanno sapere che nel periodo gennaio-agosto 2022 le bollette ammontano ad un totale di 6 milioni 176 mila 446 euro. Per lo stesso periodo dello scorso anno il conto presentato all’università era di 2 milioni 502 mila 127 euro. Una differenza in valore assoluto tra i due periodi pari a 3 milioni 674 mila 319 euro. In percentuale, insomma, l’ateneo si trova a dover affrontare un aumento pari al 146,85%.

Per il momento non sono state fornite delle linee guida, ma l’amministrazione sta valutando, proprio in queste settimane quali azioni mettere in campo per contenere i costi dell’energia.

Anche per il Politecnico il bilancio non è positivo, con una bolletta dell’elettricità per il mese di luglio che ha praticamente più che raddoppiato il suo costo. Se nel 2021 l’università aveva speso, per il solo campus di via Orabona 57 mila 820 euro, nello stesso periodo di quest’anno la bolletta è salita 197 mila 665 euro. Il lato positivo del Poliba – come spiega il professor Riccardo Amirante, ex direttore generale, è stata l’attenzione riservata all’efficientamento energetico negli ultimi anni, in tempi non sospetti prima che la crisi internazionale colpisse l’Europa. «Come ateneo noi avevamo già messo in campo negli scorsi anni degli interventi importanti per abbattere i consumi di luce e gas, nell’ottica di un circolo virtuoso. Ad esempio sostituendo l’impianto di illuminazione con sistemi a basso consumo o implementando il fotovoltaico». Ogni ateneo gestisce le bollette di luce e gas in modo autonomo, così come autonomi saranno i piani di risparmio che dovranno mettere in campo nelle prossime settimane.

A differenza di strutture come gli ospedali, che non possono tagliare più di tanto i loro consumi energetici perché sono tenute a garantire i loro servizi a ciclo continuo, le università posso riuscire a risparmiare attraverso degli accorgimenti, che probabilmente verranno messi in atto in quasi tutte le strutture pubbliche nel corso dell’inverno. Accendere più tardi il riscaldamento, controllare l’uso delle luci nelle aule e negli uffici dove non si svolgono le attività, possono essere dei suggerimenti in attesa di un piano organico di risparmio.

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