Si prospetta un autunno difficile per le famiglie baresi. Le associazioni dei consumatori hanno calcolato un aumento della spesa media pari a 711 euro annui a famiglia tra i mesi di settembre e novembre. Quasi il 10% in più sui prezzi a base annua. Non solo il carrello della spesa ma anche i carburanti. Per fare il pieno all’automobile, con i listini del gasolio che risultano più elevati del 16% rispetto allo scorso anno e quelli della benzina del 6% in più, si spenderanno circa 87 euro. Il 20 settembre, inoltre, scadrà il taglio delle accise sui carburanti che, se non rinnovato, porterà ad un rialzo dei listini, con la benzina che schizzerebbe a 2,054 euro al litro e 2,049 euro al litro il gasolio.
«Noi associazioni dei Consumatori abbiamo lanciato un grido d’allarme per i rincari che si prevedono in autunno – spiega Angela Forcina della Lega Consumatori – Se il governo non interverrà con misure volte a calmierare questi aumenti, si prospetta un’inflazione intorno all’8%. Questo tradotto in termini di consumo significa che per una famiglia media italiana l’aumento del costo della vita si attesterà intorno ai 2.900 euro. Di cui quasi il 50% legati ai generi alimentari. Inoltre anche le utenze dovrebbero aumentare addirittura sino al 27%».
Una situazione destinata dunque a peggiorare nei prossimi mesi e su cui influisce più di tutto il costo dell’energia. Con il prezzo del gas che ha raggiunto la cifra record di 315 euro per 1 chilowattora, contro i 27 euro dello scorso anno, e che si ripercuote a catena su tutta la filiera produttiva di qualsiasi bene. «Le imprese in questo momento non hanno scampo – spiega Antonio Pinto di Confconsumatori – Adesso devono necessariamente alzare i prezzi o rischiano concretamente di fallire. Le famiglie subiranno nei prossimi mesi una contrazione nei consumi che potrebbe portare di conseguenza ad una diminuzione della domanda di beni». La conseguenza più immediata di questa situazione è che il carrello della spesa sta già cambiando volto. Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat sono diminuiti gli acquisti di prodotti costosi come la carne e il pesce e aumentati quelli di prodotti alimentari di fascia più bassa. «L’unica cosa da fare al momento è cercare di risparmiare il più possibile ed erodere i risparmi – conclude Pinto – in attesa che vengano prese delle decisioni politiche che mettano un freno agli aumenti».