Sir Brindisi, oggi scadono i contratti: tremano i 76 operai

Ancora in bilico il futuro dei 76 lavoratori Sir, il cui contratto scade proprio oggi. Ancora non hanno ricevuto la lettera di licenziamento e la speranza è che la vertenza possa rientrare in queste ore. A perorare la causa dei dipendenti impegnati nell’appalto dello scarico del carbone, è il sindacato Cobas, che ieri mattina ha incontrato il vicario del prefetto di Brindisi, Maria Antonietta Olivieri, e il sindaco Giuseppe Marchionna.

Il Cobas

«C’è sicuramente una rete territoriale per far cambiare idea alla Sir di licenziare i lavoratori ed aderire ad una proposta di cassa integrazione di un anno per cessata attività – ha dichiarato Roberto Aprile, segretario provinciale del Cobas, a seguito dell’incontro in prefettura – la provocazione della Sir è stata quella di far pagare agli stessi lavoratori i costi della cassa integrazione attraverso l’abolizione di buoni pasto ed altro. I licenziamenti Sir rappresentano la punta dell’iceberg del processo di decarbonizzazione. Dalla Prefettura ci è stato confermato che l’interessamento è forte, le pressioni che stanno esercitando sono tante e noi confidiamo in questo». Parallelamente all’incontro in Prefettura, si stava svolgendo quello tra il sindaco Marchionna e un membro del coordinamento del sindacato, Cosimo Quaranta.

L’impegno di Marchionna

«Il primo cittadino ha assunto un ulteriore impegno di responsabilità nei confronti non solo dei lavoratori Sir ma di tutto il territorio – ha affermato Quaranta – ci ha mostrato una agenda di probabili investimenti da fare a Brindisi, che necessitano di approfondimenti e di accordi. E’ chiaro che, però, ci vorrà del tempo. Tempo che intanto stringe. Il sindaco si impegnerà affinché ci siano degli ammortizzatori sociali o dei paracadute, che possano accompagnare, anche con corsi di formazione, questi lavoratori all’inserimento nei nuovi investimenti. Marchionna ha rimarcato la condotta non corretta dell’azienda che, anziché dare una mano ai dipendenti e cercare una soluzione, seppur tampone, si gira dall’altra parte. Questa posizione del primo cittadino è stata molto importante». Secondo Quaranta, la situazione è «la conseguenza diretta di una mancanza di programmazione del territorio – ha concluso il sindacalista – dal 2019 si sapeva che la centrale andava verso la chiusura. È mancata la lungimiranza di capire che la decarbonizzazione poteva anche essere un’occasione».

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