Un racconto che non finisce mai. L’antica Sipontum continua a raccontare e lo fa grazie ai suoi interpreti odierni: gli archeologi, ma anche i ricercatori e gli studenti delle università di Foggia e Bari.
Nuove emersioni sono state documentate proprio di recente in quella che, per interesse storico-archeologico, è considerata una delle aree più sensibili in Italia.
A dispetto della sua fondazione – risalente al II secolo a. C. ad opera dei Romani – Siponto rivela anche la sua importanza medievale, maggiormente in quella che un tempo era la sua area portuale. Dal 2021, infatti, sono in corso le ricerche dirette dai professori Roberto Goffredo, Maria Turchiano (Unifg) e Giuliano Volpe (Uniba) su concessione del Ministero della Cultura, in collaborazione con la Soprintendenza e la Direzione regionale musei.
Stando agli ultimi scavi, pertanto, è ormai accertata la presenza in loco di case, magazzini, sepolture e fosse granarie che, nelle adiacenze del porto, garantivano lo smercio della materia prima alimentare durante la cosiddetta età di mezzo. Sempre in zona poi, è stato riscontrato un imponente edificio risalente probabilmente agli anni di Federico II che fa il paio con una grande domus presente nel cuore della città. Qui, inoltre, vi sono anche i resti di un pozzo, di una macelleria e di una grande cisterna utilizzata per la raccolta dell’acqua piovana, a conferma della grande vitalità della cittadina.
A impreziosire ulteriormente le operazioni in corso, la conferma della presenza – questa sì d’epoca romana – di un anfiteatro in grado di ospitare fino a settemila persone. A quanto si apprende dagli esiti dell’ultima campagna archeologica, l’anfiteatro risale all’età di Augusto, quando la città visse un significativo momento di monumentalizzazione, per poi essere abbandonato intorno al V-VI secolo per effetto della diffusione del cristianesimo – come confermano le sepolture riscontrate nelle immediate vicinanze.
Al termine della campagna 2023 – fissata per il 14 ottobre, come fanno sapere dalla direzione – si svolgeranno inoltre una serie di attività di “archeologia pubblica”, con visite guidate al cantiere di scavo e laboratori per gli studenti delle scuole, open day (programmato per sabato 7 ottobre), rievocazioni storiche, eventi, conferenze e presentazione dei risultati delle ricerche.
Infine, si svilupperanno progetti di inclusione e di partecipazione in collaborazione con l’arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo e la Caritas diocesana, consolidando i rapporti con istituzioni locali e associazioni culturali, nell’ottica di una partecipazione alla conoscenza e frizione del patrimonio archeologico locale.