La Basilicata è stretta nella morsa della siccità. Le scarse precipitazioni degli ultimi mesi, unite alle alte temperature, hanno creato una situazione critica per l’agricoltura e per l’approvvigionamento idrico della regione tant’è che gli agricoltori rinunciano alla trebbiatura per evitare costi aggiuntivi.
L’allarme Coldiretti
Le colture, soprattutto quelle cerealicole e foraggere, hanno subito gravi danni, con perdite di produzione che si stimano fino al 90% per il grano duro. Questo ha messo in ginocchio molte aziende agricole, con il rischio di dover abbandonare i terreni e di dover dire addio a un pezzo importante della tradizione agricola lucana.
«Dopo un inizio anno che nel Meridione è stato il più caldo di sempre, con una temperatura di 1,67 gradi superiore alla media degli ultimi duecento anni era inevitabile che agricoltori e allevatori si trovassero in ginocchio. Senza azioni concrete e immediate dal parte del governo le conseguenze disastrose sono inevitabili», commenta l’associazione.
In Lucania anche l’approvvigionamento idrico è a rischio. I livelli dei fiumi e dei laghi sono ai minimi storici, e in alcune zone si è già iniziato a razionare l’acqua. Mentre gli agricoltori sono costretti a ricorrere alla autobotti per salvare quel poco che è ancora rimasto, le autorità regionali hanno invitato la popolazione a un uso consapevole dell’acqua, evitando gli sprechi e adottando comportamenti virtuosi.
Le colture estive
La siccità non ha lasciato scampo nemmeno alle colture estive soprattutto per quanto riguarda la programmazione dei trapianti delle piante di pomodori e la semina delle orticole. La complessiva disponibilità d’acqua negli invasi ha inoltre reso molto difficoltosa la gestione delle produzioni ortofrutticole, soprattutto nella pianura metapontina. Quanto alla zona materana, l’eccezionale siccità ha gravemente compromesso le produzioni di grano e foraggio, con una conseguente grave mancanza agli allevamenti.