Prende il via una delle settimane più calde di questa torrida estate. La colpa è dell’anticiclone africano. Il termometro supererà in molti casi i 40 gradi, soprattutto al Sud. La Puglia, però, è la regione che batterà ogni record. Stando agli ultimi aggiornamenti, il picco verrà raggiunto nelle città di Bari e Brindisi ma anche a Vieste dove si arriverà a 42 gradi secondo i dati meteo forniti dall’Aeronautica. Una leggera attenuazione si registrerà domani, grazie una perturbazione atlantica. Dopo essersi leggermente indebolito nella giornata di sabato all’altezza del Nord Italia, infatti, l’anticiclone africano domina ancora su tutte le regioni, e punte prossime ai 40 gradi saranno ancora possibili in Val Padana e nelle zone interne del Centro-Sud. Per la Puglia, città di mare per antonomasia, caldo vuol dire però anche turismo. Resta una regione tra le più ambite per le vacanze ma si è ancora lontani dal tutto esaurito. A farlo notare negli scorsi giorni è stata Confindustria, ponendo l’accento sulle conseguenze dei rincari dei prezzi. «Anche se c’è molta voglia di riprendere una vita normale dopo le fasi più acute della pandemia, gli italiani devono fare i conti con il portafoglio – ravvisa Giovanni Serafino, Confindustria Lecce – perché, tornando a casa dopo le vacanze, troveranno bollette molto più care da pagare. Inoltre, sono aumentati anche i prezzi dei voli. Quelli delle strutture ricettive hanno subito un incremento medio di almeno il venti per cento come conseguenza del caro bollette. Non si possono, tuttavia, biasimare gli albergatori, in quanto obbligati a ritoccare i prezzi al rialzo soprattutto a causa dei costi dell’energia elettrica. Per questo gli hotel non praticano più la formula last minute, inoltre persistono le difficoltà a reclutare personale». Giovanni Serafino fa un esempio: «Raggiungere una meta turistica come la Puglia, partendo in auto dalla Lombardia, ha un costo notevolmente maggiore rispetto allo scorso anno a causa del caro carburante. Il viaggio diventa, quindi, impegnativo sotto l’aspetto economico e ciò scoraggia il turista. Inoltre, dai ristoratori apprendiamo che i turisti spendono sempre meno e le famiglie rinunciano sempre più spesso anche alla serata in pizzeria. La crisi di governo ha poi peggiorato le cose aumentando il sentimento di incertezza. In definitiva, senza accorgercene, stiamo vivendo una fase di falso benessere».
Si torna a temere, infine, per le conseguenze in chiave di siccità di così tanto calore, con l’agricoltura in difficoltà. Stando agli ultimi dati, forniti da Coldiretti, il calo al Sud della produzione di grano duro per la pasta sfiora il 30%. La mancanza d’acqua, però, sta facendo sentire i propri effetti soprattutto al centro Nord, dove anche la produzione di riso ne sta risentendo, giù anch’essa del 30%.
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Di Redazione17 Novembre 2024