Guagnano accoglie e abbraccia Filomena Lamberti, la prima donna in Italia sfregiata dall’acido. «Ma io oggi sono più forte dell’acido», ha dichiarato recentemente Filomena. L’incontro, previsto per oggi alle 18 nella Biblioteca del Negroamaro e delle Terre d’Arneo, rientra nella rassegna “StraOrdinarie”, nell’ambito del programma “I fiori di marzo”, a cura dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco François Imperiale. Si tratta di un incontro prezioso per coltivare la cultura del rispetto, contro ogni stereotipo, per contrastare la violenza e promuovere la parità di genere attraverso una sensibilizzazione concreta e senza fronzoli.
Nell’occasione sarà presentato il libro “Un’altra vita”, che racconta la storia di Filomena attraverso la sua voce e quella delle donne amiche dell’associazione “Spaziodonna”. Parteciperà anche l’avvocata Paola Pesce, operatrice del Centro Antiviolenza “Linearosa” di Spaziodonna a Salerno. L’evento rientra anche nel percorso di formazione “Sulla strada della legalità”, sempre a cura dell’amministrazione comunale. «La manifestazione “I fiori di marzo” nasce in collaborazione con la commissione alle Pari opportunità politiche di genere e diritti civili del comune di Guagnano e con l’assessorato alla Cultura e all’istruzione e alle politiche sociali. La nostra amministrazione dà ampio spazio, dall’inizio del suo mandato, alla violenza di genere. Per questo motivo abbiamo ideato per il secondo anno consecutivo, per tutto il mese di marzo, momenti di riflessione, di lettura e di testimonianza diretta di storie di donne che portano i segni sul proprio corpo», dichiara Giusi Ricciato, vicesindaca con delega alle Politiche sociali e presidente della commissione Pari opportunità.
L’aggressione a Filomena Lamberti risale al 28 maggio del 2012. Alcuni giorni prima lei aveva deciso di lasciare suo marito, Vittorio Giordano, dopo 30 anni di matrimonio. Una decisione che l’uomo, come ancora troppo spesso accade, non aveva accettato, reagendo con una violenza brutale e vile. «Guarda che ti dò», le disse poco prima di gettarle addosso una bottiglia di acido che le sfregiò testa, volto, mani e petto. «Afferrò l’acido che usavamo per sgorgare i tubi della pescheria», ha raccontato Filomena. Seguì la corsa disperata in ospedale e seguirono decine di interventi chirurgici.
Il suo ex marito intanto ha patteggiato 18 mesi di reclusione per lesioni personali e oggi è un uomo libero. «Ai giudici il mio ex marito ha presentato una lettera di scuse, all’interno della richiesta di patteggiamento. Peccato che qualche tempo dopo abbia dichiarato davanti alle telecamere che lo rifarebbe», ha denunciato pubblicamente Filomena.