Cresce l’allarme tra gli allevatori pugliesi per la sempre maggiore presenza di lupi che attaccano pascoli e allevamenti.
«Dopo la mattanza in pascoli e stalle, ora occorre salvare le pecore». È quanto denuncia Coldiretti Puglia, a seguito del ritrovamento di pecore ferite e morte soprattutto sulle Murge. «I numeri sembrano confermare che il lupo ormai, non è più in pericolo e – sottolineano da Coldiretti – impegnano le istituzioni a definire un piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi Ue come Francia e Svizzera per la difesa dal lupo degli agricoltori e degli animali allevati».
«Nelle campagne ci sono più animali selvatici – denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – tra lupi, cinghiali e cani inselvatichiti che lavoratori agricoli e la situazione è drammatica in tutta la regione. Nel giro di dieci anni i lupi si sono moltiplicati, mettendo a rischio non solo gli animali nelle stalle e al pascolo, ma anche la vita stessa di agricoltori e pastori. In Puglia sono enormi le perdite registrate in campagna causate dalla fauna selvatica, con un danno pari ad oltre 14 milioni di euro».
Coldiretti Puglia ritiene fondamentali «misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le aree rurali più difficili dove l’allevamento è l’attività principale, ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze pugliesi, come la pecora “Gentile” di Altamura o la “Moscia” leccese».