La manovra finanziaria «colpevolizza e punisce i poveri, aumenta la precarietà, premia gli evasori e favorisce l’iniquità del sistema fiscale, non fa nulla per sostenere salari e pensioni sulle quali anzi fa cassa per sostenere condoni». Lo ha sostenuto il segretario regionale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, durante la conferenza stampa che si è svolta questa mattina a Bari per illustrare le ragioni dello sciopero generale di otto ore proclamato dalla Cgil per il 14 dicembre. Lo stesso giorno si terrà la manifestazione pugliese a Bari.
«Dal ripristino dei voucher alla flat tax – aggiunge Gesmundo – dall’abolizione del reddito di cittadinanza alle misure previdenziali, dalle poche risorse per sanità e scuola, è lungo l’elenco dei provvedimenti a nostro avviso sbagliati e ingiusti. Provvedimenti che avranno ricadute ancor più pesanti in un territorio come quello pugliese afflitto da crisi produttive, occupazione precaria, diffusa povertà, problemi legati alla piena esigibilità di diritti costituzionali come quello all’istruzione e alla salute».
Oggi in conferenza stampa presenti anche i rappresentanti delle associazioni studentesche Link, Uds e Rete della conoscenza che hanno aderito alla mobilitazione. «Siamo colpiti due volte, come studenti e come giovani lavoratori. Non si sostiene il diritto allo studio, se possibile si precarizza ancor più il mercato del lavoro con i voucher», ha affermato Ciro Saracino in rappresentanza delle sigle studentesche.
Alla manifestazione, intanto, ha aderito anche Sinistra Italiana Puglia: «Una manovra sbagliata – commenta il segretario regionale, Nico Bavaro – che non dà le risposte necessarie alle due grandi questioni aperte del nostro tempo: la questione salariale e la questione ambientale. Gli stipendi degli italiani, soprattutto al Sud, sono troppo bassi. E il governo porta la responsabilità di aver bocciato la nostra proposta di introdurre un salario minimo di 10 euro l’ora, che avrebbe dato immediato ristoro a più di 3 milioni di lavoratori. Dal punto di vista ambientale c’è un ritorno pericoloso alle trivellazioni e nessun concreto intervento a favore dell’ambiente e dei territori. A questo si aggiunge il danno della cancellazione del reddito di cittadinanza, che ci regalerà 1 milione di poveri in più».