La nave Libra della Marina Militare è partita ieri mattina presto da Brindisi per arrivare nel pomeriggio in Albania. L’imbarcazione ha attraccato al porto settentrionale di Shengjinal a poca distanza dal centro per il rimpatrio di Gjader. Quaranta le persone a bordo, che sono state fatte sbarcare «in manette», secondo il racconto dell’europarlamentare del Pd, Cecilia Strada che era lì.
I 40 migranti provengono dai Cpr italiani. Resteranno in Albania per un tempo limitato, fino a quando non saranno rimpatriati. Si tratta del primo arrivo, dopo il decreto del 28 marzo che consente il trasferimento non più solo dei richiedenti asilo intercettati in mare, ma anche degli irregolari cui il questore ha consegnato il decreto di espulsione ed un giudice ha convalidato la permanenza in un Cpr. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella conferenza stampa post Cdm, quando spiegò qualche giorno fa come il decreto Albania consenta «di dare immediata riattivazione al centro di Gjader che non perde le sue funzioni», ma che diventa un Centro di permanenza e per il rimpatrio (Cpr) pronto per accogliere anche i migranti in attesa di rimpatrio provenienti dall’Italia.
Chi sono
Ma chi sono i 40 partiti ieri da Brindisi? Secondo quanto si apprende, le persone sarebbero di nazionalità tunisina, egiziana, bengalese, pachistana, algerina, georgiana, nigeriana e moldava. I migranti arriverebbero dai Cpr di Bari, Torino, Trapani, Gorizia, Milano e Brindisi. La deputata del Pd Cecilia Strada che ieri era al porto in Albania ha incontrato i migranti insieme con alcuni rappresentanti del Tavolo Asilo prima del trasferimento al centro di Gjader. Ha chiesto loro delle condizioni del viaggio e di come sono stati trattati.
Il quarto tentativo
Si tratta del quarto tentativo italiano di trasferire i migranti sull’altra sponda dell’Adriatico, ma dopo il decreto del 28 marzo stavolta non dovrebbero esserci difficoltà.
«Riscontriamo una grande opacità», ha detto Francesco Ferri, attivista di ActionAid e membro del tavolo Asilo e Immigrazione che ha visitato il centro. «Abbiamo l’impressione che con il cambio di destinatari di questa struttura, il livello di opacità sia ulteriormente aumentato, segno di difficoltà da parte del governo». Al momento l’area di accoglienza può contenere 48 persone, ma «che diventeranno 144», come ribadito dal direttore centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle frontiere, Claudio Galzerano, in audizione in Commissione Affari costituzionali.