Sava-Manduria, depuratore al rush finale. Amati: «In funzione da settembre»

«Sono terminati i lavori del nuovo depuratore di Sava – Manduria», ad annunciarlo è il presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione, Fabiano Amati. Quello di Sava – Manduria è un impianto consortile composto di diverse opere e diviso in tre stralci, è una opera articolata, visionaria. Fondamentale per lo sviluppo ambientale ed economico della zona. E l’obiettivo non è solo quello di garantire un servizio essenziale come quello idrico – fognario all’area, ma di creare una sorta di parco dell’acqua unico nel suo genere, simile per certi aspetti a quello creato una decina di anni fa a Melendugno, punto di riferimento in tutta Europa.

«La costruzione del nuovo depuratore di Sava-Manduria e di tutto lo schema idraulico necessario è fondamentale, comprese le 12 trincee drenanti collegate con il bacino artificiale di Torre Colimena e il relativo scarico a mare. – dice Amati – L’entrata in esercizio dell’impianto – in grado di assorbire una portata di 5.000 mq giorno, pari all’80% degli abitati di Manduria e Sava – è previsto per le prime settimane di settembre. È una buona notizia perché il nuovo depuratore porrà fine a uno stato d’inquinamento della falda e del mare, non compatibile con la bellezza e l’amenità di quei luoghi».

In pratica è stato trasformato il vecchio depuratore di Manduria in un impianto di spinta. Da qui, attraverso una condotta di 12 chilometri, le acque di fogna saranno convogliate verso il nuovo depuratore in località Urmo Belsito, un impianto attualmente dimensionato per gestire 5mila metri cubi al giorno. Le acque, depurate e affinate con standard adatti al riuso in agricoltura, confluiranno infine attraverso una condotta di 4,5 chilometri in 12 trincee drenanti nella zona di Masseria della Marina.

Amati da un alto è soddisfatto, dall’altro afferma di essere rammaricato per i tanti anni persi: «Mi spiace solo dei tanti anni persi, inseguendo paure infondate e avallando, sia pur in buona fede, una dimensione altamente inquinante, per poi giungere a una soluzione ovvia, legale e obbligata. – dice – Tempo e soldi spesi inutilmente per tenere in piedi una speculazione di tipo politico, manipolando le paure della gente e mortificando la scienza dell’ingegneria idraulica; certo, le soluzioni originarie di recapito presso la Padula del Conte o attraverso la condotta sottomarina sarebbero state quelle più plausibili, efficaci e meno dispendiose, perché non dotate di alcuna suggestione o illusionismo. Nella mia esperienza di amministratore pubblico, l’iniziativa del depuratore di Sava-Manduria è quella che mi pesa di più, perché per mantenere l’impegno preso nel lontano 2009 abbiamo dovuto attraversare mille polemiche e controversie obiettivamente inutili».

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