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“SanPArt”, laboratori creativi e 11 murales al San Paolo: procede la linea progettuale dell’archistar Renzo Piano

Undici murales e laboratori creativi con "SanPArt". Con artisti di fama internazionale e il coinvolgimento attivo dei residenti del San Paolo è stato presentato il nuovo progetto di riqualificazione urbana e sociale al quartiere di Bari. Si tratta della proposta progettuale, vincitrice dell’avviso pubblico “Arte Urbana” indetto dal Comune di Bari e promossa da Doc…

Undici murales e laboratori creativi con “SanPArt“. Con artisti di fama internazionale e il coinvolgimento attivo dei residenti del San Paolo è stato presentato il nuovo progetto di riqualificazione urbana e sociale al quartiere di Bari.

Si tratta della proposta progettuale, vincitrice dell’avviso pubblico “Arte Urbana” indetto dal Comune di Bari e promossa da Doc Creativity in collaborazione con Studio Progettazione IDEA.

Questa mattina, in via Cifariello 12, la presentazione del progetto. Presenti l’assessora comunale alla Cultura Ines Pierucci, il presidente del Municipio 3 Nicola Schingaro, la consigliera comunale Micaela Paparella, il direttore artistico Cesare Bettini, la project manager della divisione Cultura dello Studio Idea Eleonora Peluso.

Presente anche lo street artist torinese Vesod, impegnato, nel corso dell’evento, nella realizzazione del primo murales del progetto che rappresenterà il rosone della cattedrale di San Sabino, protagonista del gioco di luci nel giorno del solstizio d’estate.

Si continua con l’obiettivo di realizzare al San Paolo una ‘galleria d’arte a cielo aperto’. E dopo il progetto QM – Quartiere Museale San Paolo, finanziato dalla Regione Puglia, si amplia questa tipologia di interventi per restituire «bellezza e dignità ad aree a rischio di degrado, contribuendo – spiega Ines Pierucci – a sviluppare un nuovo senso di comunità. È un fatto ormai indiscusso che alla cultura possa essere attribuito il ruolo di catalizzatore nella rigenerazione urbana e di elemento determinante per il miglioramento della qualità della vita e dell’immagine stessa delle comunità».

Il progetto dei murales procede di concerto con l’intervento G124, promosso dall’archistar Renzo Piano, e prevede la riqualificazione della corte Don Bosco, nei pressi di via Altamura, attraverso il coinvolgimento dei residenti del San Paolo.

«La cultura – conclude Pierucci – in questi anni ha restituito dignità e bellezza a diversi contesti urbani, sviluppando un senso collettivo di appartenenza e promuovendo nei fatti l’inclusione sociale e culturale».

«L’arte pubblica – spiega Schingaro – ha il potenziale di aiutare i residenti a interpretare e comprendere meglio la propria comunità, oltre che a sviluppare un senso di esperienza urbana collettiva. Quanto più elevato è il senso di comunità di quartiere tanto minore tenderà a essere il numero di ‘finestre rotte’, ovvero episodi di degrado e vandalismo, perché i residenti saranno più portati a prendersi cura del loro quartiere e anche più disposti a denunciare. Avere dei murales non solo esteticamente belli ma anche stimolanti, inoltre, può attirare attenzione e persino risorse. Per tali ragioni, dopo la prima esperienza che potremmo considerare come una sorta di sperimentazione, sono molto contento che al quartiere San Paolo saranno realizzate altre opere d’arte nella forma di murales. Sarà un’esperienza collettiva di rigenerazione del quartiere che vivremo a partire dal coinvolgimento dei residenti attraverso processi partecipativi».

«Entriamo nel quartiere San Paolo – spiega Bettini – chiedendo permesso, nel totale rispetto delle sue peculiarità e degli indirizzi di sviluppo indicati dall’amministrazione, consapevoli che si tratta di una realtà per molti anni relegata a periferia ma che è pronta al rilancio. Il progetto, sociale prima che artistico, ha una spiccata vocazione internazionale, che punta a far conoscere il quartiere nel mondo ma anche a rendere orgogliosi quanti lo vivono ogni giorno. All’insegna della creatività artistica e sfruttando i potenti strumenti espressivi e di partecipazione che essa offre».

«SanPArt vede l’arte come punto di arrivo di un percorso identitario che nasce dai racconti delle persone che abitano le strade del quartiere San Paolo – spiega Peluso -. Una delle peculiarità di SanPArt risiede nella struttura dei laboratori, che vedranno gli artisti collaborare a stretto contatto con la comunità, con l’obiettivo di promuovere la cultura e l’arte come fine a se stesse, senza alcun utilitarismo, riprendendo l’insegnamento sull’utilità dell’inutile di Nuccio Ordine. Sogno che dopo il nostro intervento un bambino, aprendo la finestra e affacciandosi su uno dei muri dipinti, possa godere di una porzione di bellezza. SanPArt nasce dalla strada, per farne di essa una storia».

Il progetto in sintesi

·         Cos’è SanPArt

“SanPArt”, che sta per SanPaoloArte, è il progetto promosso da Doc Creativity, in collaborazione con Studio Progettazione IDEA, vincitore dell’avviso pubblico “Arte Urbana”, indetto dal Comune di Bari al fine di riqualificare il quartiere San Paolo, per un importo pari a 200mila euro. La proposta progettuale prevede la rivitalizzazione dello spazio urbano attraverso la realizzazione di 11 murales, commissionati ad artiste e artisti di fama internazionale. Alla fine del lavoro, il progetto si presenterà come un unico racconto, costituito da 11 punti narrativi.

·         Le tematiche e le tappe del progetto

Sarà la toponomastica il punto di partenza di ogni singolo lavoro, su cui si innesteranno riflessioni, attività e laboratori. Partendo dai personaggi cui sono intitolate le strade, gli artisti e le artiste saranno chiamati a rappresentare la Puglia nei loro murales, seguendo macrotemi come la musica, la multiculturalità, il futuro, la tradizione, la cucina, la vegetazione. Sarà realizzata anche una brochure illustrativa, che raccoglierà tutti i lavori artistici presenti nel quartiere. Al suo interno sarà inserito un QR CODE che permetterà di visualizzare e scaricare i contenuti, creando un avvincente itinerario turistico, in modo da rendere il San Paolo un vero e proprio Museo Urbano, capace di attirare un flusso notevole di visitatori anche dall’estero migliorando la qualità di vita dei residenti. L’ultima tappa del progetto vedrà l’organizzazione di un evento finale di restituzione pubblica, con l’inaugurazione dei murales e la presentazione dei laboratori.

·         Gli artisti coinvolti

Undici gli artisti coinvolti provenienti da sette Paesi diversi. Si tratta di Dimitri Taxis (Grecia); Eloise Gillow (Regno Unito); Vesod (Italia); Nian (Italia); Zoer (Francia); Sim Sa Font (Spagna); Cheone (Italia); Spider Tag (Spagna); Thiago Mazza (Brasile); Iota (Belgio); Alba Fabre Sacristán (Spagna). L’apertura al panorama artistico internazionale mira ad accrescere in tutto il mondo la fama del quartiere San Paolo, della città di Bari e della regione Puglia, potenziando i flussi turistici e agevolando lo scambio culturale. 

·         Il rapporto con la comunità locale e i laboratori

Uno degli aspetti fondamentali dell’iniziativa è il coinvolgimento attivo, sin dalle prime fasi del processo decisionale, della comunità locale nelle sue diverse articolazioni. Associazioni, istituti scolastici e singoli cittadini parteciperanno al progetto che ha nel concetto di “fare insieme” il suo motore principale. Sono due le fasi in cui è scandita la partecipazione degli abitanti del quartiere San Paolo. Nella fase teorica, attraverso incontri itineranti nel rione, saranno definiti i temi dei murales e le modalità di trasformazione dello spazio urbano. La fase operativa, invece, vedrà l’organizzazione di sei laboratori, che offriranno opportunità concrete di espressione creativa e di integrazione culturale. Tra questi, a titolo esemplificativo, rientrano il laboratorio di scrittura e rap e il laboratorio di cucina.

·         Il primo artista al lavoro

Vesod nasce a Torino nel 1981 e vive e lavora a Venaria Reale (TO). La sua attitudine artistica è stata favorita dal padre Dovilio Brero, pittore surrealista, la cui influenza si ripercuote su Vesod, che sviluppa quindi un particolare interesse per il mondo dei graffiti fin dall’inizio degli anni ‘90. Grazie alle collaborazioni artistiche e ai contatti avviati negli anni dell’adolescenza, da dieci anni cerca un linguaggio pittorico personale in cui i graffiti hanno un ruolo centrale, senza trascurare la propria formazione culturale e accademica. La matematica, materia in cui si è laureato, ha un impatto importante sulle sue opere, insieme all’arte rinascimentale e al futurismo. Ciò si riconosce nel tentativo di Vesod di armonizzare proporzioni anatomiche e dinamiche futuristiche. L’artista crea un linguaggio personale in cui il tempo è considerato come un concetto che, chiuso in forme solide immateriali, si cristallizza in forma geometrica per rivisitare l’eterno presente. Questa idea di rappresentare le tre dimensioni dello spazio e del tempo in un unico momento può portare a una perdita di importanza del flusso del tempo. Si può quindi staccare da una visione del mondo o della singola persona come impigliata alla cornice del tempo legata al presente in cui viviamo. Concentrandosi su questo aspetto, dalle opere potrebbe emergere una panoramica completa sull’idea di un abbraccio totale delle cose, dalla nascita alla morte. Si potrebbe dire che le sue opere artistiche, su base figurativa, si riferiscono a un “punto di vista di Dio”.

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