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San Severo, artigianato in carcere per solidarietà: i detenuti confezionano manufatti per la Caritas

Dal carcere all’emporio per una iniziativa di solidarietà nata dietro le sbarre del carcere di San Severo per raggiungere i banchi vendita gestiti dalla Caritas diocesana. È questo il senso del progetto “Mi invento” realizzato da Caritas Incontro e Cpiai Foggia, con la collaborazione del Csv Foggia e il sostegno della Fondazione dei Monti Uniti…

Dal carcere all’emporio per una iniziativa di solidarietà nata dietro le sbarre del carcere di San Severo per raggiungere i banchi vendita gestiti dalla Caritas diocesana. È questo il senso del progetto “Mi invento” realizzato da Caritas Incontro e Cpiai Foggia, con la collaborazione del Csv Foggia e il sostegno della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia.

Piccoli oggetti di uso domestico realizzati con materiali nuovi o di riciclo e personalizzati con scritte, disegni e ricami. Portagioie con pupazzi, presine, guanti da cucina, cornici e altri manufatti, nelle scorse settimane, sono stati confezionati da persone detenute nella Casa Circondariale di San Severo e donati al locale Emporio Solidale “don Felice Canelli”, gestito dalla Caritas.

«Il progetto punta alla riabilitazione e nasce con l’obiettivo di far diventare la scuola un laboratorio di convivenza e di nuova cittadinanza in cui promuovere l’integrazione e il dialogo culturale. Un’occasione preziosa per tenere aperta una ‘finestra’ sull’esterno, al fine di creare positivi collegamenti tra carcere e territorio, in modo che non si recida il contatto tra questi due mondi. I partecipanti, con questo progetto, hanno espresso i propri talenti, lasciando un’impronta di sé in ogni creazione», affermano gli organizzatori dell’iniziativa.

La presentazione dei manufatti, avvenuta nella sala colloqui della Casa Circondariale, erano presenti don Andrea Pupilla, cappellano del carcere e direttore della Caritas di San Severo; la dirigente del Cpiai Foggia, Antonia Cavallone, con le docenti Maria Soccorsa de Letteriis e Daniela Cicchetti che hanno coordinato le attività del corso. Inoltre sono intervenuti Roberto Lavanna e Annalisa Graziano, rispettivamente direttore e responsabile della comunicazione e della promozione del volontariato penitenziario del CSV Foggia.

«Durante l’attività laboratoriale – ha sottolineato Antonia Cavallone – i reclusi hanno appreso come trasformare gli oggetti. In alcuni casi, materiali di recupero, ormai vecchi e scartati, hanno trovato una nuova forma diventando un simbolo: allo stesso modo, i ristretti possono rinascere, riprendendo con consapevolezza e fiducia il percorso della propria esistenza. Il progetto nasce grazie alla collaborazione con la Caritas e con il Csv Foggia e con il prezioso aiuto della direttora, Patrizia Andrianello, dell’ispettore Attilio Montanaro e dell’educatrice Alexa Campanaro. È importante sottolineare il valore di queste sinergie che abbattono tutti i muri».

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