Un’opera d’arte contemporanea nella parte più antica di Bari, un’installazione tra passato e futuro capace di contribuire alla rinascita del sito archeologico di San Pietro, a Bari vecchia. Un sito che costituisce un vero e proprio palinsesto di secoli, raccontando con la sua stratificazione, dall’Età del Bronzo fino alla seconda metà del XX secolo, quasi quattromila anni di storia.
A realizzare l’installazione sarà l’artista milanese Edoardo Tresoldi, alla sua seconda installazione in Puglia dopo l’intervento autoriale nello scavo archeologico della Basilica paleocristiana di Siponto nel 2016, convergenza unica tra arte contemporanea e archeologia, che nel 2018 è valsa al MiC il Premio Speciale alla Committenza nell’ambito della VI edizione del Premio Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana promosso dalla Triennale di Milano in collaborazione con il MiC.
Lo spirito dell’opera verrà raccontato alla città durante un incontro aperto il prossimo giovedì, alle 17.30 nel teatro Piccinni, organizzato dal Segretariato regionale del ministero della Cultura a cui parteciperanno, oltre all’artista e all’architetto Maria Piccarreta (segretaria regionale), il sindaco di Bari, Antonio Decaro, il rettore di Uniba, Stefano Bronzini, il rettore del Politecnico, Francesco Cupertino, la soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, Giovanna Cacudi e il direttore generale per la Creatività Contemporanea del ministero della Cultura, Angelo Cappello.
L’intervento artistico di Tresoldi a Bari si esprimerà in un’opera intesa come il culmine di un percorso di studi e ricerche condotte dal MiC sin dagli anni Ottanta del secolo scorso sull’area di San Pietro. Grazie a queste attività e agli scavi archeologici è stato possibile documentare una stratificazione ininterrotta di quasi quattromila anni di storia che vanno dall’Età del Bronzo agli anni Sessanta del Novecento. Nel mese di giugno, poi, Edoardo Tresoldi presenterà al capoluogo pugliese un modello in scala della sua opera grazie al quale i cittadini e la comunità potranno fare una prima esperienza di visita e conoscenza del progetto.
Un nuovo anello della storia del posto, che da cinquant’anni è un vuoto urbano, nel tentativo di aprirlo nuovamente alla città e di costruire una dimensione di spazio pubblico che partendo dalla storia arrivi a essere una piazza viva.