Salone nautico di Puglia, a Brindisi un’edizione da record: più di 250 imbarcazioni in 20mila metri quadrati

Sarà un’edizione record. La 19esima edizione del Salone nautico di Puglia, che si terrà dall’11 al 15 ottobre, si preannuncia foriera di numeri particolarmente lusinghieri. Nel corso della presentazione della manifestazione, il presidente dello Snim, Giuseppe Meo, ha snocciolato alcuni numeri: 20mila metri quadri di area espositiva, oltre 250 imbarcazioni esposte, una buona parte delle quali in acqua, con presenze di particolare rilievo come una barca Ferretti lunga 37 metri. «Quest’anno – ha dichiarato Meo – siamo cresciuti più del doppio rispetto alle passate edizioni, raddoppiando l’area espositiva. I grandi gruppi hanno deciso di investire nella nostra città. Contestualmente perseguiamo gli obiettivi della formazione. Con l’Its Logistica Puglia, che ha sede a Brindisi, abbiamo fatto assumere dieci nostri ragazzi in Fincantieri».

A confermare l’importanza della manifestazione di quest’anno, le parole di Giuseppe Danese, presidente del Distretto nautico di Puglia, che ha sottolineato come «saranno presenti i più importanti brand della nautica mondiale, che hanno partecipato poche settimane fa a Montecarlo, a Cannes e a Genova. Adesso, in coda a questi saloni nautici, c’è Brindisi. La nostra scelta di realizzare lo Snim a ottobre è dettata dal fatto che vogliamo destagionalizzare. Certo, è una scelta coraggiosa, perché vendere le barche in primavera è molto più semplice che venderle in autunno. I risultati, però, ci stanno dando ragione, anche grazie al supporto delle istituzioni».

Il destino economico di Brindisi, da sempre, è legato al suo porto. Le contingenze legate alla decarbonizzazione preoccupano e spingono a individuare sbocchi occupazionali alternativi. «L’ambizione di questa città è di rilanciarsi all’interno del Mediterraneo sud-orientale. Manifestazioni come questa, così come la rinascita del Corridoio VIII, vanno in questa direzione. La nautica e la cantieristica navale sono settori che ci consentono di tracciare ipotesi di sviluppo, e questo è particolarmente importante in questo momento di preoccupazione per i destini della chimica e dell’energia».

Un discorso sul solco del quale si è inserito Francesco Mastro, componente del Comitato di gestione dell’ente portuale e consigliere del presidente Emiliano per lo sviluppo costiero, la portualità e le attività nautiche. «Brindisi ha un grosso problema, ossia quello della prossima decarbonizzazione, al quale è legata la collocazione di centinaia di lavoratori, che dovranno capire se andare a fare i custodi di un parco archeologico o trovare posto in realtà industriali che siano compatibili con l’ambiente. Non giochiamo scorrettamente a fraintendere le attività di industrializzazione del porto, come se volessimo far arrivare macchie di petrolio o nubi di gas letali. Il nuovo Piano regolatore portuale è alle porte. Abbiamo previsto per Brindisi delle aree che, sul confine della retroportualità, possano servire all’industrializzazione».

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