Salento, ecco come cambia l’economia: turismo e food in forte crescita

L’economia salentina si sta trasformando col passare del tempo. Ha perso la vocazione agricola e manifatturiera industriale ed artigianale, mentre si è ritagliato maggiore spazio il turismo, composto prevalentemente dalle attività di alloggio e di ristorazione. Dopo la grande recessione del biennio 2008-2009 innescata dallo scoppio della bolla immobiliare americana, la situazione attuale è molto cambiata.

Aumentano le imprese nei settori della ricettività, della ristorazione, del terziario e dei servizi. In costante declino, invece, l’agricoltura e il manifatturiero che ha subìto maggiormente gli effetti dei rincari energetici. È quanto emerge dal nuovo studio condotto dall’Osservatorio Economico Aforisma, diretto da Davide Stasi, che ha preso in esame tutte le imprese attive con sede legale anche nel Brindisino iscritte alla camera di commercio.

In provincia di Brindisi si contano 9.711 esercizi commerciali all’ingrosso e al dettaglio, poco più di settemila aziende agricole, 4.424 ditte di costruzioni, 2.725 attività di alloggio e ristorazione, 2.116 attività manifatturiere, 1.510 altre attività di servizi e circa mille attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese. Sono meno di mille le attività professionali in forma imprenditoriale, 771 le ditte di trasporto e magazzinaggio, 569 le attività finanziarie e assicurative, 510 le attività immobiliari, 453 i servizi di informazione e comunicazione, 346 le attività artistiche, sportive e divertimento, poco più di trecento imprese operano nella sanità e assistenza sociale, 151 nel campo dell’istruzione.

A maggio 2023 risultano attive quasi 33mila attività sul territorio brindisino. Secondo lo studio di Aforisma, in poco meno di 15 anni il comparto primario ha subito una flessione del 17 per cento mentre il commercio all’ingrosso e al dettaglio resta sostanzialmente stabile: le tante chiusure dei negozi di vicinato sono compensate dalle aperture di nuove attività di vendita a distanza e dalla nascita delle piattaforme di e-commerce.

Il turismo si aggiudica la migliore performance nel lungo termine: le attività di alloggio e ristorazione sono aumentate del 44 per cento. Ancor di più sono cresciute agenzie di viaggio e di noleggio: con un incremento del 58 per cento. «Il settore delle costruzioni – spiega Stasi – è stato sostenuto dall’introduzione di crescenti incentivi per le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico. I bonus edilizi hanno sortito effetti positivi anche sulle compravendite residenziali, aumentando il numero delle transazioni immobiliari. Non solo hanno contribuito a limitare l’impatto negativo della pandemia, ma hanno risvegliato un grande interesse verso i lavori volti all’efficientamento energetico, dando una notevole spinta al mercato, quasi del tutto fermo durante la pandemia. Il superbonus e gli altri bonus edilizi hanno incentivato la nascita di nuove ditte di costruzioni».

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