Salento a caro prezzo? Per tanti è un tormentone: «L’offerta è variegata, e per tutte le tasche»

Il dibattito degli ultimi giorni sul caro prezzi e sul calo delle presenze nel Salento continua a tenere banco, soprattutto con le notizie che destano scalpore come i 500 euro al giorno per una famiglia.

«Ogni anno si tira fuori un tormentone – sostiene Antonio Rizzo, ex dirigente turismo e marketing territoriale della provincia di Lecce – che poi si traduce in un autogol per il territorio. Dopo le chiese chiuse negli orari centrali, la xylella, i roghi, la movida selvaggia, quest’anno non si parla d’altro che di prezzi alti in Puglia».

Vero è che il caro prezzi non riguarda solo il settore turistico, ma interessa tutti i settori e le aree geografiche e non è limitato solo al nostro territorio.

«Se un turista che viene dal nord Italia per la prima volta nel Salento – sottolinea Rizzo – è incuriosito dalla frisella, essendo in vacanza, la assaggia. Se poi gli viene servita ben condita e gli viene raccontata bene, il turista è disposto a spendere volentieri qualche euro in più per mangiarla. Quindi ben vengano turisti con maggiori disponibilità di spesa, purchè i prezzi maggiori rispecchino servizi di qualità adeguati a quei prezzi».

Anche Confcommercio Lecce esprime la propria posizione sul dibattito, ricordando che però la stagione non si è ancora conclusa e non si hanno a disposizione dai definitivi. «La posizione di Confcommercio Lecce – dichiara il presidente Maurizio Maglio – è chiara: sul tema del calo delle presenze nel mese di luglio è troppo presto per fare una valutazione anche perché non abbiamo dati ufficiali. C’è da dire una cosa, però, soprattutto per quanto concerne gli stabilimenti balneari. Le presenze sono state minori anche a causa di dieci giorni di caldo ed afa che rendevano difficoltoso stare al mare».

Secondo Maglio, l’offerta turistica nel settore balneare è in grado di accontentare ogni esigenza, dai 25 euro per sdraio e ombrellone oppure una cifra maggiore per dei servizi superiori.

«Per quanto riguarda il discorso dell’aumento dei prezzi dobbiamo ammettere che l’inflazione ha la sua parte di responsabilità, ma bisogna anche constatare che stiamo assistendo ad un aumento dei tassi di interesse da parte della Bce e numerose imprese, costrette ad accendere dei mutui nel periodo del Covid per sopperire alla carenza di liquidità, si trovano ora a dover restituire quei soldi con dei tassi molto più alti. Se a questo si collega l’aumento dei costi energetici e delle materie prime, si capisce anche il perché di un aumento dei prezzi, che non riguarda solo il settore turistico».

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