Sale ancora il prezzo della benzina ed è sempre in Puglia il self più caro. L’appello: «Stop alle accise»

distributore carburanti

Costo della benzina modalità self da record in Puglia, la regione con il prezzo medio più alto che ha raggiunto 1,969 euro a litro (le Marche le meno care). In base all’aggiornamento dei dati fornito dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, la colonnina della verde per il self sulla rete autostradale schizza in media a 2,019 euro al litro, mentre quello del gasolio aumenta a 1,928.

I prezzi del Gpl e del metano in modalità servito rimangono invece stabili rispettivamente a 0,842 e 1,528 euro al litro. Uno scenario di elevata volatilità, che ha costretto la Guardia di Finanza a intensificare i controlli a tutela dei cittadini in materia di trasparenza.

In particolare, nel periodo dal primo al 15 agosto 2023, sono stati complessivamente eseguiti 1.230 interventi, riscontrando irregolarità in 325 casi, nei confronti di 85 distributori operanti sulle autostrade e 1.145 impianti attivi sulla restante rete stradale. Le attività di controllo hanno determinato la contestazione di 789 violazioni, di cui 363 per mancata esposizione dei prezzi e/o difformità di quelli praticati rispetto a quelli indicati e 426 per inosservanza degli obblighi di comunicazione all’Osservaprezzi Carburanti, istituito presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Numeri che fungono da giustificazione per lo stesso ministero guidato da Adolfo Urso. «È falso quanto affermano alcuni esponenti politici che il prezzo di benzina e gasolio sia fuori controllo, anzi è vero il contrario – si difendono dal Mimit – l’Italia ha fatto meglio di altri Paesi europei». Ma secondo una mappa messa a punto da “cargopedia.it” tra i maggiori Paesi europei l’Italia si aggiudica la maglia nera e compare tra quelli con il prezzo più alto. Più cara soltanto l’Islanda con 2,142 euro al litro.

Nel frattempo l’aumento dei prezzi è già diventato un caso politico, con le opposizioni che vanno all’attacco del governo Meloni e chiedono un intervento urgente sulle accise. «Conto che il 2 davanti non lo si vedrà più aveva dichiarato a febbraio il ministro Salvini, garantendo che il governo sarebbe prontamente intervenuto nel caso in cui il prezzo dei carburanti avesse superato i 2 euro al litro. Questa soglia è stata largamente sorpassata ma degli interventi promessi non c’è traccia né annuncio», ha scritto su Facebook il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd. «Il governo – continua – dovrebbe spiegare agli italiani cosa ha intenzione di fare. Il ministro Urso si limita a monitorare la situazione, compiaciuto per l’efficacia (a suo dire…) dell’obbligo a carico dei benzinai di esporre un cartello con i prezzi medi dei carburanti, introdotto dal governo a gennaio ed entrato in vigore da poche settimane. Ma è un’efficacia che i cittadini non stanno minimamente avvertendo. Che fine ha fatto il bonus per ridurre il costo degli abbonamenti per il trasporto pubblico, introdotto nel 2022 dal governo Draghi su proposta del ministro Orlando?».

Confrontando i vari bollettini delle entrate tributarie diffusi mensilmente dal ministero dell’Economia e delle Finanze, si può desumere quanto incassa lo Stato dalle accise sui prodotti energetici: da gennaio a giugno lo Stato ha già incassato 10,7 miliardi di euro, in dodici mesi invece 23,8 miliardi nel 2021 e 18 miliardi nel 2022.

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