«Ruvo di Puglia dovrebbe essere la città dell’autismo, ma con mio nipote non lo è». Lo sfogo è di una giovane nonna, che all’”Edicola del sud” racconta la difficile situazione che il nipote di sei anni, Andrea (nome di fantasia), starebbe vivendo da settembre in una scuola locale.
Situazione di cui lei stessa non sa spiegarsi il motivo. Andrea, all’età di un anno e quattro mesi, scopre che è affetto da autismo di secondo livello e quindi per lui, il mondo della scuola significa essere affiancato da docente di sostegno e un formatore.
Fino allo scorso anno scolastico tutto è andato come doveva, ma dallo start di quello 2023-2024, iniziando a frequentare la scuola primaria, sarebbero arrivati i primi problemi. Che la nonna ha puntualmente segnalato (e continuerebbe a farlo), tramite pec e altri canali, non solo al dirigente scolastico, ma anche a sindaco, assessori di riferimento, carabinieri e assistenti sociali, senza però ricevere mai risposta.
«Fin dall’inizio – racconta la donna – Andrea è spesso portato, e non sappiamo nemmeno per quante ore al giorno questo avviene – in un’aula completamente vuota che chiamano di psicomotricità dove c’è soltanto il suo banco e in svariate circostanze lo abbiamo trovato (l’ultima sarebbe stata una 20ina di giorni fa, ndr) nel corridoio, dandoci come spiegazione che lui sarebbe aggressivo, getta le cose o griderebbe durante la lezione e quindi non può stare con gli altri».
Non sarebbe tutto, perché accadrebbero anche altre cose, sempre secondo la nonna: una volta sarebbe tornato con la soletta delle scarpe piena di feci; un’altra volta con un ematoma; camicia sbottonata, colletto rovinato e, qualche volta, con le calze tutte annerite perché si sarebbe tolto le scarpe. «Tutte situazioni difficili che possano accadere – precisa la signora – perché Andrea non è autonomo in molte azioni e ha necessità sia qualcuno a dirgli di fare le cose e non le farebbe mai di sua volontà. In classe, quindi, è isolato e non ha rapporti con gli altri bambini. Quando torna a casa, purtroppo, non parla e non riusciamo a capire da lui quello che gli accade. Per non parlare poi della esclusione da un corso pomeridiano extra scolastico in autunno o di quello accaduto alla recita di Natale o del fatto che mio nipote esce da scuola (c’è il pullmino scolastico, ndr) alle 12.55 e non alle 13.05 come gli altri bambini».
E anche il Piano educativo individualizzato (Pei) sarebbe stato singolare perché non concordato – a detta della donna – con la famiglia e non lo abbiamo ancora mai visto. «Andrea – sottolinea la nonna – non è affatto aggressivo e niente di tutto quello che si pensa nei suoi riguardi».