Sono 84 i comuni pugliesi, in gran parte nel Subappennino Dauno e sul Gargano, sotto monitoraggio per attività di microzonazione per rischi sismici e 41 studi sono già chiusi e validati. Sul fronte della mitigazione del rischio idrogeologico, invece, la Regione Puglia sta lavorando a 415 progetti, mentre il Commissario di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico, carica oggi ricoperta dal governatore Michele Emiliano, ha attuato 172 interventi.
Sono i dati salienti emersi questa mattina in Fiera del Levante, nel secondo dei quattro convegni tematici organizzati da Asset: “Verso una pianificazione responsabile per un abitare consapevole e sostenibile”.
La Puglia è sempre più attenta al territorio, alla sua salvaguardia e all’abitare in sicurezza.
Una regione con aree esposte a rischi sismici, ma che sta studiando dettagliatamente il suo suolo e sottosuolo, sia per orientare nuovi insediamenti sia per pianificare l’organizzazione delle emergenze. Tecnicamente si chiama microzonazione. Micro, perché iperdettagliata anche su piccole porzioni di territorio, dove le condizioni possono variare anche solo a distanza di 100 metri. Studi, dunque, a cui ancorare i piani urbanistici. Attività che, facendo il paio con quelle legate al rischio idrogeologico, acuito dai cambiamenti climatici e dagli sconsiderati interventi dell’uomo, sono state protagoniste dell’incontro.
«Oltre al lavoro sul campo – ha spiegato il direttore di Asset Puglia, Elio Sannicandro -, stiamo lavorando con Cnr e UniBa ad aggiornare le cartografie, a partire da Taranto e Manfredonia. Abbiamo creato gruppi di lavoro multidisciplinari con ingegneri, architetti, geologi, archeologi, agronomi e, rispetto al passato, oggi disponiamo di tecnologie avanzate come laser-scanner e droni. I rischi idrogeologici legati a frane, erosione costiera, alluvioni etc, coniugano invece messa in sicurezza del territorio e mantenimento dell’equilibrio ambientale: anche attraverso innovative scelte progettuali e tecniche, tese al recupero in chiave naturalistica delle aree dissestate». E sono stati fatti esempi di interventi a Biccari, alla Cava di Maso, o previsti nelle cavità ipogee di Canosa: in passato utilizzate come cantine per oli e vini, spazi da recuperare e valorizzare come beni storico-culturali.
Infine, appendice all’insegna della stessa visione, col progetto pilota Regione-Asset per la riqualificazione dello storico Rione Fossi di Accadia, nel Foggiano: 70 abitazioni abbandonate dopo i terremoti del secolo scorso: esempio di rigenerazione culturale (previsto un concorso internazionale per una grande installazione artistica nella chiesa matrice), sociale ed economica dei borghi. Il progetto sarà ultimato entro il 2026.