Rincari, il deputato lucano Casino: «Per grano e farina prezzo calmierato»

michele casino, deputato forza italia

Il costo del pane sta rappresentando un problema grave per tante famiglie. La crisi ucraina ha aggravato dei prezzi del grano, usato anche come arma di pressione, nei riguardi dell’occidente, da parte della Russia. Ne abbiamo parlato con l’onorevole lucano Michele Casino (Forza Italia).

In alcune zone d’Italia il pane costa 6 euro. Come si ferma questa situazione?

«A mio avviso ci vuole necessariamente un prezzo unitario. I farinacei e il grano devono avere un prezzo stabilito. Non si può più mercanteggiare».

Da che cosa è dovuta?

«Dal fatto che non c’è un controllo effettivo sia del tipo di grano che si compra, sia del tipo di farina che si acquista. Sappiamo tutti che oggi non ci sono solo cereali italiani, ma ne esistono tanti altri che vengono importati, quindi, è una situazione simile a quella della Borsa, rispetto a quando compri, poi vendi. Ecco perché io sono convinto che ci voglia un prezzo unitario».

Cosa si sta facendo in Parlamento a tal proposito?

«Voglio in primis precisare che queste sono politiche che dovrebbe maggiormente attuare l’Unione Europea, non solo il Parlamento italiano. Per quanto mi riguarda, posso dire che in commissione Agricoltura in Senato si sta cercando di fare un emendamento all’ordine del giorno che stabilisca un prezzo unitario per il grano e sue le tipologie. Ogni tipo di grano deve avere un prezzo uguale che non deve essere diverso. Qui, ribadisco, a mio avviso sono mancate le politiche dell’UE».

La guerra in Ucraina ha fatto esplodere la situazione. Cosa prevede nelle prossime settimane?

«Non vorrei che, dopo due anni di pandemia, la guerra in Ucraina possa diventare un pretesto per la politica. La politica vera progetta il futuro, poi c’è la parte del populismo che ha causato anche tutto questo. Perché vorrei sottolineare che i frutti di oggi sono i risultati della cattiva politica che ha parlato alla pancia degli italiani, dimenticando i veri problemi da affrontare».

L’Italia è pronta a sostenere questa situazione di emergenza?

«Sicuramente l’Italia farà la sua parte rispetto agli altri Paesi europei. Così come siamo stati pronti anche ad affrontare queste situazioni che si sono verificate nell’ultimo periodo».

Si parla, sempre più spesso, di agricoltura conservativa per tutelare il clima, l’ambiente e la sicurezza alimentare.

«Onestamente reputo che il futuro del pianeta passi attraverso la transizione ecologica. Io penso che possa coesistere una fase di sviluppo rispettando l’ambiente e, quindi, siccome oggi abbiamo un grande vantaggio competitivo sugli strumenti a disposizione, possiamo produrre in una certa maniera, senza fonti di inquinamento, risparmiando energie e preservando il suolo. Il mondo sta cambiando e noi non possiamo rimanere inermi».

La crisi energetica e la transizione ecologica ci obbligano a ripensare al nostro sistema energetico. La Basilicata può diventare un hub importante per il nostro Paese?

«Credo fortemente in questo cambiamento e soprattutto nella possibilità che la Basilicata possa essere trainante rispetto al resto dell’Italia e dell’Europa. Dico ciò per una serie di ragioni che sono naturalmente espresse dal territorio. Basti ricordare che la Basilicata è una delle più piccole regioni, però riesce a soddisfare circa il 90% del fabbisogno nazionale per quanto attiene agli idrocarburi. Abbiamo una potenza di acqua non indifferente, il vento, il mare. Dobbiamo essere in grado di sfruttare queste preziose opportunità. La Lucania può diventare un hub preziosoper le energie alternative».

Capitolo infrastrutture. In Basilicata si attende ancora il raddoppio della strada statale 7. Quali le novità?

«Il problema della SS7 è serio. È un problema che dovrebbe riguardare anche il Pnrr perché tengo a specificare che queste risorse saranno indirizzate in tutti quei progetti che tendono a togliere dall’isolamento alcuni territori. So che la Regione ha investito ingenti risorse, così come sono a conoscenza della disponibilità di circa 80 milioni di euro e del fatto che ci sia una progettazione in fase di analisi dall’Anas. Mi auguro che, entro luglio, Anas possa esprimere il proprio parere sull’intero progetto per cominciare definitivamente. Sarò ancora uno dei promotori per mettere i lucani in condizioni di sicurezza».

Sul tema della sanità lucana, lei ha sempre rivendicato la scelta della dg Sabrina Pulvirenti in Asm. Eppure pare che la dottoressa stia vivendo una situazione “delicata”.

«Voglio innanzitutto rassicurare i lucani dicendo che la sanità regionale è unica per me. Non ho mai inteso la politica come tifo da squadra. Ho letto le parole della dirigente Pulvirenti e dico che quelle dichiarazioni dovrebbero far preoccupare tutta la politica e gli addetti ai lavori. Io sono sicuro della qualità della dottoressa Pulvirenti e degli ottimi risultati che sta portando avanti. La dg sta lavorando bene, nonostante le varie difficoltà presenti, ereditate dal passato. Mi risulta che adesso è stato pubblicato un concorso per superare l’annoso problema dei pronto soccorso, dando la possibilità a giovani medici di poter partecipare ed essere assunti. Questa è la direzione giusta».

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