Il senso di precarietà che si respira tra i boxe del mercato di corso Mazzini traspare tutto dalle parole di Vito Cassano, storico salumiere di quest’area mercatale. «A dicembre abbiamo subito i furti -racconta – e in quel momento aspettavamo nuovi interventi, ma non si è mai mosso nulla».
Tra rifiuti abbandonati, pavimenti divelti, telecamere di sicurezza mai montate, il mercato di corso Mazzini versa in totale degrado. Tre le principali criticità emerse dal confronto con gli operatori. La prima riguarda la sicurezza dell’area mercatale, colpita, lo scorso dicembre da un maxi furto. Qualche giorno prima di Natale, approfittando proprio dell’assenza di telecamere di sicurezza e di sorveglianza nella zona, alcuni malfattori, tuttora non identificato, hanno fatto irruzione da via Garibaldi e hanno svaligiato sei salumerie, portando via, tra incassi e prodotti, un bottino di oltre 20mila euro. Una situazione di instabilità venutasi a creare dalla fine della gestione del mercato coperto da parte del Consorzio. «Qui manca qualsiasi custodia – ribadisce Vito Cassano – a dicembre abbiamo subito un furto e aspettavamo che qualcuno intervenisse». È all’emergenza, dunque, che gli operatori si affidano per risolvere una situazione che più passa il tempo, più si rivela altamente precaria. «Aspettiamo ancora la videosorveglianza», prosegue Cassano, mentre il mercato cade letteralmente a pezzi.
L’altra grande criticità del mercato Mazzini riguarda proprio la manutenzione. La mancanza di interventi ha reso l’area veramente fatiscente. Tra gli aspetti più evidenti determinati dall’assenza delle istituzioni, le mattonelle completamente divelte, voragini sui percorsi destinati a ospitare gli utenti e i mercatali e i pozzetti degli impianti elettrici lasciati aperti. «Eppure – racconta un altro commerciante della zona – sono tante le denunce di persone che sono cadute». Peggiori conseguenze ci sarebbero se la zona fosse avvolta dalle fiamme, dato che il controllo degli estintori è fermo a febbraio 2021. Immancabile, poi, la spazzatura. E non quella prodotta dalle operazioni commerciali, ma quella accumulatasi, nel tempo, per via dei pochi interventi di pulizia effettuati da Amiu. «Siamo al limite», è l’urlo disperato dei commercianti, timorosi che i tragici episodi di dicembre scorso si ripetano. «Siamo in attesa che accada il peggio».