Reti idriche colabrodo, nelle case arriva soltanto metà dell’acqua: Basilicata maglia nera in Italia

Ridurre lo spreco di acqua e contrastare il cambiamento climatico. Questo lo scopo della Giornata mondiale dell’Acqua che si è celebrata ieri.

Ma i dati diffusi dall’Istat sull’efficienza della rete idrica nazionale e sullo spreco della risorsa non sono confortanti e dimostrano che l’obiettivo da raggiungere è ancora molto lontano. Le perdite rappresentano uno dei principali problemi di gestione dei sistemi di approvvigionamento idrico e, benché molti gestori del servizio abbiano avviato iniziative per garantire una maggiore capacità di misurazione dei consumi, la quantità di acqua dispersa in rete continua a rappresentare un volume cospicuo, circa 157 litri al giorno per abitante.

A livello nazionale, nel corso del 2020 (ultimi dati disponibili) il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell’acqua, calcolato come differenza tra i volumi immessi in rete e i volumi erogati, è stata di 3,4 miliardi di metri cubi, per la precisione il 42,2% dell’acqua immessa in rete. Le situazioni più critiche sono concentrate nelle aree del Mezzogiorno, con forti disparità non solo tra le regioni ma anche tra i diversi capoluoghi della stessa Regione.

Maglia nera in Italia è la Basilicata, dove viene disperso più del 62,1% dell’acqua immessa nella rete idrica, seguita a stretto giro da Abruzzo (59,8%), Sicilia (52,5%) e Sardegna (51,3%). In Puglia il dato è più vicino a quello nazionale: si disperde il 42% della risorsa idrica, con punte di oltre il 52% a Taranto, del 45,6 a Bari, 35 e 31% rispettivamente a Foggia e Brindisi. La più virtuosa è Lecce con percentuali di spreco del 19,1%. Anche il volume di acqua prelevato per uso potabile, al netto dei volumi addotti all’ingrosso per usi non civili (agricoltura e industria), si riduce all’ingresso del sistema di distribuzione per le dispersioni nella rete di adduzione. Nel 2020, sono immessi nelle reti comunali di distribuzione 8,1 miliardi di metri cubi di acqua per uso potabile (373 litri per abitante al giorno). Volumi che anche in questo caso variano molto in base alla regione: dai 274 litri giornalieri per abitante in Puglia ai 576 della Valle d’Aosta. Sempre in Puglia, a causa delle dispersioni in distribuzione, agli utenti finali arrivano solo 155 litri pro capite.

I dati sulla dispersione incidono in ultima analisi anche sul costo delle bollette per i consumatori. Nel 2022 una famiglia pugliese composta da 4 persone ha pagato in media 534 euro (487 euro il valore nazionale), con un aumento percentuale rispetto all’anno precedente del 2,2%. È invece di 451 euro la spesa media per le bollette dell’acqua in Basilicata che registra un +5,1% rispetto al 2021.

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