Quando l’amore per i cani diventa un lavoro. La storia di Gilda: «Averli riempie di gioia»

«Seduto, terra, fai il giro dietro di me, corri» e così via; addestrare un cane, per una convivenza tranquilla in famiglia o per esigenze particolari, non è cosa semplice ed educarlo al meglio richiede amore, passione e pazienza. Il dedicarsi anima e corpo agli “amici più fedeli dell’uomo” diventa così, per alcuni, una professione, e oggi rispetto a vent’anni fa, quando è nata questa attività lavorativa, le donne si fanno strada; sono sempre di più, motivate e coraggiose.

È il caso di Gilda Patruno, barese, 50 anni e un affetto assoluto per gli animali a quattro zampe. Dopo aver avviato l’attività imprenditoriale con il negozio di articoli per animali “Pet stop”, al quartiere san Girolamo, il suo interesse è diventato sempre più specifico. Ha ascoltato e raccolto tutte le diverse esigenze dei clienti e per dare consigli sempre opportuni si è specializzata. Nel 2022 ha ottenuto il brevetto di “Addestratore cinofilo”, riconosciuto dall’Enci, l’Ente nazionale cinofilia italiana e oggi frequenta anche un corso per diventare “Educatore cinofilo – Csen”, un percorso che mira alla convivenza ottimale tra padrone e animale. Questo secondo esame sarà sostenuto dall’imprenditrice il 26 marzo.

«Sì – precisa Gilda – mentre l’addestratore cinofilo è impegnato nell’educazione dei cani “da lavoro” (come si dice in gergo), per esempio per inserirli nei ruoli di utilità e difesa, con gli “educatori” ci si riferisce all’inserimento dei cani nella nostra società; poter camminare ovunque con loro, viaggiare e recarsi in ogni dove con serenità». L’addestratore quindi rende il cane più capace di svolgere determinati compiti (si pensi all’aiuto negli ambiti della protezione civile, soccorsi in mare o per la ricerca dei dispersi sotto le macerie) e l’educatore mira alla relazione ottimale nel binomio uomo-animale. Quest’ultimo corso di Nicola Ratti si tiene a Monopoli nel campo di addestramento “K 1”, dove tra l’altro si organizzano anche i “Trekking” con i cani ma la vera sorpresa sta nel constatare che in un totale di 12 iscritti ci sono ben nove donne.

Gilda ha anche il brevetto di istruttore tecnico di “Rally obedience”, la disciplina dove l’animale e il padrone fanno sport insieme. «Riscontro una felicità condivisa nella pratica del “Rally – precisa -. Ci si diverte insieme e si educa il proprio cane, grande o piccolo che sia, a completare un percorso di esercizi dinamici. Voglio evidenziare che ogni animale ha una memoria di razza che non va ignorata, proprio per un benessere reale». Gilda, come tutte le sue colleghe e colleghi, si è trovata anche di fronte a cani inavvicinabili (molto spesso sono recuperati dalla strada o dai canili e hanno un percorso pregresso, difficile e sconosciuto); in questo caso gli “amici fedeli” sono affetti da fobie come la paura e talvolta necessitano di cure farmacologiche somministrate da altre figure professionali. «Ribadendo che prendersi in casa un animale richiede prima di tutto una forte responsabilità – conclude Gilda – voglio evidenziare la grande gioia che si prova nell’averne uno».

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