Pugni, calci e minacce: Anna come Giulia, ma è salva dopo il divieto di avvicinamento

Anna si è salvata, non come Giulia che non ha avuto scampo. Si è salvata scappando in piena campagna dal suo “uomo” e fermando un’auto di passaggio. Ma la storia di Anna (ndr, il nome è di fantasia) ha tanti punti in comune con quella di Giulia e con tutte le altre, tutte le vittime della violenza di un uomo. Il suo presunto aguzzino domani comparirà in udienza, a Bari, dinanzi alla giudice monocratica Giovanna Dimiccoli, dopo che il gip Alfredo Ferrato ne aveva disposto il giudizio immediato.

La storia di Anna, oggi 42enne, comincia nel 2015: otto anni di violenze, fisiche e psicologiche, di denunce appena accennate e poi non fatte, di calci, pugni e schiaffi ogni giorno, anche mentre aspettava sua figlia. Minacce di morte e coltelli puntati alla pancia. Una vita “sequestrata”, visto che lui, un 48enne residente in un comune del Barese, le impediva di avere amici, anche solo di parlare al telefono, concedendole solo di chiamare la mamma, ma con il suo cellulare.

Paura e vergogna, ogni volta che è corsa alla caserma dei carabinieri del luogo, per poi tornare a casa da lui. La prima volta, a gennaio 2022, dopo essere stata picchiata selvaggiamente, era corsa dai carabinieri a chiedere aiuto, ma qualcosa le aveva fatto cambiare idea, e quella denuncia non era più stata firmata. Mesi dopo, sempre nel 2022, mentre si trovavano entrambi nel parcheggio del centro commerciale Auchan di Modugno, dopo una furiosa discussione, era stata rincorsa da lui fin dentro l’ipermercato, dove era stata soccorsa dai carabinieri. Ma anche in quel caso non aveva voluto denunciarlo.

L’ultimo episodio, quello che l’ha convinta a cercare una vita diversa è avvenuto il 29 marzo scorso, all’interno dell’auto. È stato lì che lui l’avrebbe picchiata con pugni alla testa, minacciandola: «Questa volta ti ammazzo davvero, quando esco dalla macchina … ti porto in campagna e ti ammazzo una volta per tutte». E alle intenzioni erano seguiti i fatti: aveva fermato l’auto in una stradina parallela alla statale 16, ma lei era fortunatamente riuscita a uscire e a fermare un’altra auto di passaggio per chiedere aiuto.

Ma questo non aveva fermato l’uomo che, risalito sulla sua macchina, aveva rincorso quella che aveva salvato la donna, cercando con manovre spericolate di speronarla, fino a quando non aveva trovato la salvezza nella Caserma dei carabinieri di Triggiano. In poche ore, grazie al “codice rosso”, la pm Isabella Ginefra aveva chiesto e ottenuto nei confronti dell’uomo il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati da Anna.

Poi l’iter giudiziario aveva fatto il suo corso, e dopo l’interrogatorio di garanzia, era arrivata la prima udienza e poi il giudizio immediato. Domani l’uomo, assistito dall’avvocato Nicola Selvaggi, comparirà nuovamente in un’aula di tribunale, per rispondere di maltrattamenti in famiglia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version