“Puglia Women Lead”, Gaia Costantino ci racconta la community dove crescono le donne

Vogliamo divulgare valori importanti come l’inclusione e superare gli stereotipi, offrendo formazione alle donne per ridurre il gender gap e permettendo alle persone di crescere insieme». Ne è convinta Gaia Costantino, esperta di marketing e digital advertising e presidente di “Puglia Women Lead”, community nata lo scorso anno.
Gaia Costantino, lei è presidente di “Puglia Women Lead”, tre parole dal significato importantissimo. Come nasce l’idea di fondare questa community?
«Puglia Women Lead è nata a febbraio del 2022 dall’idea mia e di altre sei fondatrici di creare un luogo, sia virtuale sia fisico, in cui persone con gli stessi valori potessero riconoscersi».
Con quale scopo?
«Al fine di creare un terreno, che in questo caso diventa la Puglia, in cui tutti e tutte possano avere le stesse opportunità di carriera».
Quali sono i vostri obiettivi principali?
«Abbiamo tre obiettivi principali. Innanzitutto quello di divulgare una serie di valori come l’inclusione, la diversità, l’unicità e il superamento degli stereotipi, di genere ma non solo».
E gli altri?
«Il secondo è quello di offrire formazione alle donne, perché la Puglia rimane una delle regioni con il divario occupazionale più alto».
Qual è la situazione?
«In Puglia due donne su tre non lavorano, a fronte di tre uomini su quattro che invece sono occupati. Quindi abbiamo un gap che va dal venti al trenta per cento, che è tra i più alti in Italia».
Torniamo agli obiettivi, qual è l’altro?
«L’ultimo è quello di offrire supporto e scambio reciproco alle persone, in modo tale da crescere insieme, sia professionalmente sia personalmente. Uno dei pilastri delle nostre attività, infatti, oltre agli eventi di divulgazione e formazione, è il programma di mentoring».
Che cos’è?
«È un programma in cui andiamo a fare dei match fra persone che in un determinato momento sentono la necessità di avere una guida nel proprio percorso professionale, con altre persone che hanno accumulato più esperienza in quel campo. Ogni edizione dura tre mesi, con le persone che si incontrano uno a uno per dieci sessioni, in un importante percorso di crescita professionale».
“Puglia Women Lead” è specializzata nel trasmettere le competenze digitali. Come collaborate con le aziende del territorio?
«Il digitale per noi rappresenta un’opportunità per colmare il gender gap. Organizziamo eventi di formazione in collaborazione con partner e aziende».
Come il “Puglia Women Code” degli scorsi mesi?
«Sì, è stato il primo coding bootcamp al femminile, mai realizzato in Puglia. Cento donne, per un weekend, si sono cimentate nello sviluppo web, accompagnate da professionisti esperti. E c’erano sia aziende partner, che offrivano le proprie competenze, sia aziende sponsor che hanno creduto nell’evento per promuovere la cultura del digitale e cercare talenti da inserire in organico».
“Puglia Women Lead”, dunque, offre un’opportunità a donne di tutte le età?
«L’idea di base è quella di fornire un’ispirazione, che non si riferisce soltanto alle donne, perché mi piace sottolineare che all’interno della nostra community ci sono molti uomini, che rappresentano circa il 30% delle persone che partecipano alle nostre attività».
Un segnale importante.
«Noi ci facciamo portatrici e portatori di un messaggio, ovvero che anche in Puglia si può fare impresa, crescere professionalmente, fare le cose al massimo livello e godere della nostra terra mentre lavoriamo. Non dobbiamo essere più costretti a scegliere se andare a lavorare fuori o rimanere a casa».
E ci saranno altri eventi?
«Assolutamente. I nostri eventi sono costanti. Dall’anno scorso ne abbiamo realizzati oltre trenta. Tra quelli che organizziamo e quelli a cui partecipiamo se ne contano cinque o sei al mese, mentre quelli di formazione intensiva continueranno per tutta la seconda metà dell’anno, in cui ne avremo un altro paio».
Quali sono i progetti e gli obiettivi a lungo termine?
«Da un lato vogliamo continuare a divulgare questi messaggi, cercando di espandere la bolla che abbiamo creato, realizzando un movimento comunitario. Un po’ quello che abbiamo fatto negli ultimi quindici mesi, coinvolgendo più di duemila persone durante gli eventi, contando tra i quattro e i cinquemila followers sui social e oltre un centinaio di soci».
E dall’altro lato?
«Continuare a collaborare con tutte le realtà del territorio, sia istituzionali sia aziendali, in modo tale da offrire nuove skills, ma creare anche la sensazione che i progetti si possono realizzare perché c’è una comunità a supporto».

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