Puglia, moda e food fanno volare l’export. Rallenta la meccatronica

La crisi innescata dal Covid è un lontano ricordo. E, a dispetto della guerra in Ucraina e della drammatica spirale inflattiva innescatasi a partire da febbraio scorso, i distretti industriali del Mezzogiorno, in particolare della Puglia, mostrano incoraggianti segni di vitalità. Lo conferma il monitoraggio condotto dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo secondo il quale, nel primo semestre del 2022, sono stati sfiorati i 4,6 miliardi di esportazioni con un incoraggiante +21,6% rispetto al 2021 e un altrettanto lusinghiero +22,2% rispetto al 2019.

La performance del Mezzogiorno è addirittura migliore rispetto a quella dell’Italia nel suo complesso che fa segnare +17,7% rispetto al 2021 e +18,6% rispetto al 2019.

Complessivamente, sono 25 su 28 i distretti industriali meridionali che registrano un miglioramento dell’export rispetto allo scorso anno. E tra questi spicca l’ortofrutta di Bari e dintorni che, a dispetto dei rincari di materie prime e servizi, per la quale le esportazioni risultano incrementate di 135 milioni di euro rispetto ai primi sei mesi 2021 e di 170 a gennaio-giugno 2019, soprattutto grazie alle vendite in Germania, Polonia, Spagna e Austria. Non si può dire altrettanto della filiera agroalimentare del Foggiano: qui ortofrutta e conserve fanno segnare una flessione dell’1,6% rispetto al 2021. Sempre per quanto riguarda l’agroalimentare, a Bari e dintorni il settore dell’olio e della pasta ha esportato il 41% in più rispetto allo scorso anno.

Evidente la ripresa del settore della moda, altra eccellenza del Made in Italy, che mostra un rimbalzo del 30,1% rispetto al primo semestre del 2021. Tutti i distretti del comparto esibiscono il segno più, a cominciare dalle calzature prodotte nel Nord Barese e a Casarano le cui esportazioni sono cresciute rispettivamente dell’8,9 e del 34,6%. Bene anche l’abbigliamento del Barese che fa registrare un +12,7%. Risulta complessivamente positivo anche l’andamento dei distretti del sistema casa che beneficiano ancora della crescente attenzione all’ambiente domestico indotta dalla pandemia: buona la performance del mobile imbottito della Murgia che centra un +26,5% di importazioni rispetto al 2021.

Le note dolenti, comunque, non mancano e riguardano il polo aerospaziale della Puglia: -58 milioni di euro per una flessione del 29,7%. Risultato in chiaroscuro, infine, per la meccatronica del Barese che segna un +3,5% sul 2021 ma non ha ancora completato il recupero dei livelli pre-pandemici, posizionandosi al di sotto del 6,1% per 48 milioni di euro, condizionato dalle minori vendite di componentistica auto.

«I dati positivi registrati confermano la capacità delle imprese del Sud di rialzarsi – sottolinea Alberto Pedroli, direttore regionale di Intesa Sanpaolo in Basilicata, Puglia e Molise – L’economia pugliese è cresciuta sia per grado d’innovazione sia per presenza di grandi imprese: vale 76 miliardi di euro e conta 1,4 milioni di occupati.

La nostra banca continuerà a essere al fianco delle imprese meridionali: un sostegno arriva dal piano Motore Italia, il programma dedicato alle pmi che mette a disposizione circa tre miliardi di euro per le aziende di Puglia, Basilicata e Molise».

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