Stabilizzare il mercato attraverso un riequilibrio tra domanda e offerta è l’obiettivo di una delibera della Giunta regionale pugliese a sostegno del settore vitivinicolo per far fronte alle criticità strutturali legate soprattutto all’ingente quantitativo di giacenze di prodotto di altissima qualità in cantina.
«Si tratta di un provvedimento che consente alle aziende vitivinicole di ridurre le rese di uva per ettaro per la tipologia “rossi” dei vini a indicazione geografica tipica (Igt) “Puglia”, “Salento”, “Tarantino”, “Valle d’Itria”, “Daunia” e “Murgia” già a partire dalla prima campagna utile», spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia. «Serve – prosegue – un’azione maggiormente incisiva per la quale stiamo lavorando da tempo, insieme a tutta la filiera, e che riguarda la modifica definitiva dei disciplinari Igp in tema di rese di produzioni».
Pentassuglia annuncia che «sono in corso le interlocuzioni con il Ministero e la formalizzazione dell’iter di modifica non si è ancora concluso» ma nel frattempo, con la delibera regionale, «proviamo a supportare i nostri produttori a superare in parte il disequilibrio tra produzione e vendita, causa dell’indebolimento del posizionamento delle nostre eccellenze enoiche sui mercati nazionali ed esteri».
Per i vini Igt “Puglia”, “Salento”, “Tarantino”, “Valle d’Itria”, “Daunia” e “Murgia”, dunque, sono consentite le produzioni massime di uva per ettaro di vigneto in coltura specializzata, nell’ambito aziendale, nella misura di 14 tonnellate per il vitigno Primitivo; 15 tonnellate per il vitigno Susumaniello; 15 tonnellate per Negramaro e Malvasia Nera; 15 tonnellate per il vitigno Aleatico.
Il provvedimento adottato, infine, dà incarico alle associazioni dei viticoltori delle Igp costituite di provvedere al monitoraggio delle produzioni e di darne informazione alla competente struttura regionale.