Agenzie e società partecipate della Regione Puglia “scoppiano” di lavoratori interinali: un “esercito” di ben 373 dipendenti in affitto ingaggiati dalle società specializzate così com’è emerso l’altro giorno in commissione regionale lavoro. Ad illustrare i dati, per la verità incompleti, la dirigente della sezione Controlli e Agenzie De Giorgi, che ha riepilogato il quadro attuale dei quasi 400 lavoratori in affitto.
La situazione
La parte del leone spetta all’Arif, l’agenzia dei forestali, che conta ben 249 somministrati, segue Aeroporti di Puglia con 68, Puglia Sviluppo con 30, 15 per il Teatro pubblico pugliese, undici in servizio in Acquedotto. All’appello mancano altri enti, ad esempio l’Arti, l’agenzia per l’innovazione. Ma che ci fanno tutti questi interinali considerando l’infornata di assunzioni dai concorsi regionali di oltre 1.500 unità negli ultimi anni? A occhio è un’anomalia, considerando i vincoli statali al lavoro on demand che, come recitano le norme di settore, vanno reclutati solo per brevi periodi in specifiche situazioni di necessità e urgenza e a condizione che non ci sia personale interno da adibire alla mansione affidata agli affitta lavoro. Il tutto senza superare l’asticella mensile del 7% di interinali inseriti in pianta organica rispetto al numero dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato. Gli enti regionali rispettano questi parametri? De Giorgi non ha saputo rispondere, o meglio ha chiarito che spetta alle stesse società regionali effettuare i controlli prima di ricorrere ai lavoratori esterni. E così adesso si lavora per recuperare altri dati e valutare se esistono o meno “zone d’ombra”.
Le reazioni
A margine dell’ultima seduta della Commissione regionale Lavoro, il consigliere Ruggero Mennea, che aveva convocato la riunione, s’è dichiarato insoddisfatto. «I dati che avevo chiesto sono a dir poco incompleti – ha denunciato Mennea – per questo ho chiesto di conoscere i dettagli per ogni Agenzia regionale che risultano alla data del 31/12/2023 e a quella del 31/5/2024. Serve chiarezza nella modalità e tempistica delle assunzioni interinali anche in un’ottica di salvaguardia del personale regionale. Bisogna avere la sacrosanta attenzione verso l’impiego delle risorse pubbliche e la necessità di privilegiare il lavoro stabile e non le assunzioni a tempo che aumentano il precariato. Ricordo a me stesso che ci stiamo battendo per definire anche con legge nazionale e regionale il salario minimo e conseguentemente non dobbiamo alimentare distorsioni e incertezze nel mondo del lavoro».