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Puglia, con i medici in ferie stop a un laboratorio su tre

La “coperta” della sanità pugliese è tanto corta che, con le ferie estive, chiude un ambulatorio ospedaliero su tre e le prestazioni erogate ai pazienti crollano di oltre la metà. E a nulla serve il l’impegno-extra di tanti medici, troppo spesso costretti a sopportare carichi di lavoro insostenibili e saltare i turni di riposo. L’impietosa…

La “coperta” della sanità pugliese è tanto corta che, con le ferie estive, chiude un ambulatorio ospedaliero su tre e le prestazioni erogate ai pazienti crollano di oltre la metà. E a nulla serve il l’impegno-extra di tanti medici, troppo spesso costretti a sopportare carichi di lavoro insostenibili e saltare i turni di riposo. L’impietosa fotografia è scattata dalla Federazione dei medici internisti degli ospedali pugliesi (Fadoi) attraverso un’indagine condotta in nove unità operative di Medicina interna.
Il problema è quello della carenza di personale, più volte denunciato dai sindacati e dall’Ordine dei medici, che si manifesta in tutta la sua gravità proprio durante l’estate, quando le ferie comportano una (ulteriore) riduzione degli organici compresa tra 21 e il 30% nel 33,3% dei reparti, tra il 30 e il 50% in un altro 22,2% e tra l’11 e il 20% nel restante 11,1%.
In questo scenario basta che i camici bianchi si assentino per qualche giorno perché il 33% degli ambulatori ospedalieri chiuda temporaneamente i battenti, con gravi disagi per migliaia di pazienti. Il calo delle prestazioni calcolato dalla Fadoi, infatti, è pari addirittura al 55,6%, mentre l’assistenza risulta compromessa nel 44% dei reparti.
Per non portare al collasso gli ospedali pugliesi, però, quasi la metà dei medici aumenta i carichi di lavoro, accettando di fare turni-extra in modo tale da coprire innanzitutto il servizio notturno, mentre il 33,3% è addirittura costretto a rinunciare ai riposi settimanali. Questo è ciò che avviene nelle nove unità operative di Medicina interna monitorate dalla Fadoi, ma altre divisioni non se la passano meglio: «La situazione rispecchia quello che avviene in larga parte dei dipartimenti di altre specialità mediche». Anche se, come precisa il presidente della Fadoi Francesco Dentali, «nelle medicine interne le carenze di organico, che si accentuano durante il periodo delle ferie estive, rendono il quadro più critico per via del fatto che i nostri reparti sono ancora erroneamente classificati come “a bassa intensità di cura”, il che non riflette in alcun modo la complessità dei pazienti anziani e con pluri-morbilità».
Qualora ce ne fosse bisogno, dunque, il dossier stilato dalla Fadoi conferma la gravità di uno scenario che recentemente è stato al centro di un vertice tra i sindacati, l’Ordine dei medici e l’assessore regionale Rocco Palese. Nel corso dell’incontro è stata segnalata la mancanza di circa il 30-40% dei medici ospedalieri previsti dalle piante organiche, senza dimenticare quella di circa 500 medici di famiglia. A questa situazione la Regione ha risposto accorpando i reparti tra diversi ospedali e prevedendo un bonus di circa 50 euro per ogni ora di straordinario garantita da ciascun medico a partire dalla 168ema ora in eccesso rispetto al contratto mensile. Basterà?

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