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Promossa la qualità delle acque pugliesi

Le acque pugliesi godono di ottima salute, sia per quanto riguarda i mari che i laghi. L’inquinamento riguarda solo l’1,7% di esse, tra i risultati migliori a livello nazionale. È quanto emerge dall’analisi dei 29 punti monitorati dall’Arpa Puglia e inseriti nello studio di Legambiente Goletta Verde. Due dei litorali monitorati, Polignano a Mare (Bari)…

Le acque pugliesi godono di ottima salute, sia per quanto riguarda i mari che i laghi. L’inquinamento riguarda solo l’1,7% di esse, tra i risultati migliori a livello nazionale. È quanto emerge dall’analisi dei 29 punti monitorati dall’Arpa Puglia e inseriti nello studio di Legambiente Goletta Verde. Due dei litorali monitorati, Polignano a Mare (Bari) e Otranto (Lecce), conquistano anche il “cartello di qualità delle acque di balneazione”. Restano le criticità nella deputazione delle acque reflue, con 27 impianti su 176 ancora non conformi alla direttiva comunitaria e 25 ancora sotto procedura di infrazione. Nel 2020 erano 33 e questo mostra comunque un miglioramento e un incentivo nel proseguire lungo la strada tracciata.
«È un risultato importante per la Puglia che ci fa felici – commenta l’assessora regionale all’Ambiente Anna Grazia Maraschio – , frutto di una pianificazione che parte da lontano, con investimenti costanti sull’ammodernamento degli impianti, sui controlli, oltre al lavoro di sensibilizzazione sui temi del rispetto ambientale e dell’inquinamento marino».
A dimostrazione dei passi avanti effettuati negli ultimi due anni c’è l’incremento della copertura del servizio di fognatura e depurazione e il contestuale miglioramento dell’efficienza dei depuratori ha comportato la necessità di un miglioramento della gestione dei fanghi prodotti negli impianti di trattamento dei reflui urbani, compatibile con le strategie regionali in tema di gestione dei rifiuti.
«Nel 2021 – riporta il report di Goletta Verde – la loro quantità complessiva prodotta negli impianti gestiti da Acquedotto Pugliese in Puglia si è attestata sulle 193.618 tonnellate Infatti, a partire dal 2014, la progressiva riduzione delle superfici disponibili al riutilizzo in agricoltura e la ridotta disponibilità degli impianti di compostaggio regionali ad accettare il fango prodotto dai depuratori, ha spinto Aqp a portare il fango fuori Regione e in discarica. Nel 2021, i quantitativi di fango di depurazione prodotti sono stati così conferiti: per circa il 99% in impianti di recupero, in gran parte fuori regione e solo per circa l’1% in discarica. Non sono stati conferiti fanghi direttamente in agricoltura». L’invito che arriva dall’associazione ambientalista, però, è a non abbassare la guardia «Siamo contenti dei risultati ottenuti dalla Puglia – sostiene Ruggero Ronzulli, presidente regionale di Legambiente – . Se è vero che il territorio ha fatto grandi passi avanti nel settore della depurazione, è altrettanto vero però che ci sono ancora 25 agglomerati urbani sotto infrazione per una non conformità alle direttive europee. Oggi più che mai che siamo in una grave situazione di crisi idrica – conclude Ronzulli – è inaccettabile che non si riesca a riutilizzare l’acqua affinata in agricoltura o si continui a portare i fanghi di depurazione in impianti fuori regione. Questa non è economia circolare».

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