Progetto Edison e “torcia” in mare a Brindisi: la Cgil chiama tutti in piazza. Il 24 protesta con gli ambientalisti

Il caso della torre di 45 metri che inizialmente non era prevista nel progetto del deposito costiero di Gnl, che Edison starebbe per realizzare su una delle banchine di Costa Morena, nel porto di Brindisi, continua a scatenare forti polemiche.

La Cgil ha chiamato forze politiche e sigle ambientaliste a raccolta per il giorno 24, organizzando una manifestazione in piazza Vittorio Emanuele davanti alla sede dell’autorità portuale “per un porto aperto allo sviluppo e alla polifunzionalità”. Hanno già aderito alla protesta Legambiente, Italia Nostra, Wwf, Forum Ambiente Salute e Sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Anpi, Arci, Emergency Nac, No Tap/Snam.

«Quanto possa essere credibile la dichiarazione del presidente dell’ Autorità Ugo Patroni Griffi sulla possibilità di eliminare dal progetto una torcia di 45 metri non è dato sapere», polemizzano gli organizzatori della manifestazione.

«Come se fosse sufficiente un tratto di penna per modificare un progetto definitivo e per eliminare tutti gli altri problematici aspetti tecnici dell’impianto-deposito sotto la torcia e a due passi dalla città. È evidente che non è solo una questione paesaggistica, ma anche una questione di sicurezza, di economia legata alla logistica e di portualità che risulterebbe danneggiata, perché non si può continuare a tartassare questa città».

«Noi vogliamo e ci batteremo per un porto aperto allo sviluppo, che sia Piattaforma Logistica del Mediterraneo. No ad un porto che diventi solo ed esclusivamente stazione di servizio per rifornimento di carburanti. È per questo motivo che lanciamo una giornata di mobilitazione chiamando a raccolta anche istituzioni, movimenti, partiti, società civile e ogni libero cittadino di questo territorio», l’appello di Cgil.

Gli strali sono anche per il sindaco Marchionne. «Non può girarsi dall’altro lato dicendo che «questo non è un problema del Comune di Brindisi», dicono. «Si tratta del massimo responsabile della salute pubblica ed è colui che ha il dovere di tutelare i cittadini sotto ogni aspetto. Allo stesso modo riteniamo che abbia fortemente sbagliato a non proseguire con il ricorso al Tar Lazio». Secondo gli oppositori al progetto di Edison, «con la realizzazione dell’impianto in una zona nevralgica e strategica del porto non potrà esserci altro tipo di sviluppo per lo scalo di Brindisi». Ne deriverebbero riduzione dei traffici, con danni dal valore incalcolabile e mancato sviluppo di attività come la logistica, la cantieristica, le attività del diportismo e quelle legate alla blue economy, portatrici di lavoro buono e ben remunerato. «È sullo sviluppo del porto che si gioca la sfida dello sviluppo della città».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version