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Prezzo del grano pugliese in caduta libera: -45 euro a tonnellata

«Prezzi del grano 100% made in Puglia in caduta libera. L'ultima quotazione della Commissione cereali della Camera di commercio di Bari che ha segnato -45 euro a tonnellata è una tendenza al ribasso che gli agricoltori non possono assolutamente permettersi dopo il rincaro stellare dei costi di produzione e la siccità che ha fatto crollare…

«Prezzi del grano 100% made in Puglia in caduta libera. L’ultima quotazione della Commissione cereali della Camera di commercio di Bari che ha segnato -45 euro a tonnellata è una tendenza al ribasso che gli agricoltori non possono assolutamente permettersi dopo il rincaro stellare dei costi di produzione e la siccità che ha fatto crollare la produzione». È quanto denuncia Coldiretti che oggi a Foggia, di concerto con tutta la parte agricola, diserta la seduta della borsa Merci per, si legge in una nota, «sventare ulteriori colpi di mano a danno dei produttori pugliesi, proprio quando i prezzi del grano sono balzati a livello mondiale del 6,6% con una decisa inversione di tendenza sotto la spinta della ripresa del dialogo tra Usa e Cina».

La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360mila ettari coltivati e 10 milioni di quintali prodotti in media all’anno e nella stessa regione, secondo le stime di Coldiretti, la produzione è in calo del 35%-40% a causa della siccità.

«Ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali di costi correnti – continua la Coldiretti Puglia – sono state proprio le coltivazioni di cereali, dal grano all’avena, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato».

La minor produzione pesa sulle aziende cerealicole che hanno dovuto affrontare rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio con incrementi medi dei costi correnti del 68% secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Crea.

«Il taglio dei raccolti causato dall’incremento dei costi e dalla grave e perdurante siccità in alcune aree delle province di Bari e Foggia – conclude Coldiretti Puglia – rischia di aumentare ulteriormente la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari».

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