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Prevenzione incendi in Puglia, sui Monti Dauni 500 mila euro mai usati

«Non esiste nei piccoli Comuni la cultura della programmazione e della prevenzione degli incendi boschivi. Le cattive pratiche amministrative vivono di superficialità e approssimazione». Non fa sconti Virgilio Caivano, delegato ai rapporti con il Parlamento per Svimar, l’associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne, riferendosi alla “malagestione” anche delle risorse a disposizione.…

«Non esiste nei piccoli Comuni la cultura della programmazione e della prevenzione degli incendi boschivi. Le cattive pratiche amministrative vivono di superficialità e approssimazione». Non fa sconti Virgilio Caivano, delegato ai rapporti con il Parlamento per Svimar, l’associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne, riferendosi alla “malagestione” anche delle risorse a disposizione.

La denuncia

Sui Monti Dauni, area interna della Puglia «Trecento consiglieri comunali, 120 assessori e trenta sindaci con rarissime eccezioni non sono in grado di organizzare un servizio efficace ed efficiente di prevenzione e contrasto agli incendi boschivi. Lo dimostrarono i fatti: il sistema Aree Interne ha una dotazione di 500 mila euro ma non ha fatto niente per la prevenzione», denuncia Caivano che aggiunge « I Monti Dauni non sono in grado di fare sistema, di avere una progettualità condivisa. Sono privi di una vision, quindi non hanno una mission come, solo per fare qualche esempio, per la sanità territoriale, il turismo lento e la ruralità intelligente».

Le occasioni

Caivano elenaca anche le mancate sinergie territoriali e la continua esaltazione dei campanilismi che affossa ogni tentativo di fare rete. «Dovremmo essere una sola e grande comunità energetica rinnovabile come sistema dei Monti Dauni, un solo grande albergo diffuso, un solo grande cartellone di iniziative per tutto l’anno», evidenzia il delegato Svimar che poi punta l’indice contro i progetti del Pnrr «Il Piano nazionale di ripresa e resilienza e il suo fallimento testimoniano plasticamente il disastro totale. Trenta Comuni: tanti imput e niente analisi».

I colpevoli

Con la sua schiettezza Caivano indica anche i responsabili di questa situazione «La Regione Puglia ha responsabilità enorme perché non esercitai suoi doveri costituzionali di governo del territorio attraverso misure di sostegno non solo economiche ma di coordinamento delle politiche di sviluppo delle aree intere» che adesso rischiano di subire la definitiva batosta da parte del governo Meloni. «Il progetto dell’autonomia differenziata non aiuterà le aree interne che sono destinate all’estinzione».
Insomma, un requiem per una parte del territorio pugliese – «ma il discorso vale in tutta la Penisola», dice ancora Caivano – dimenticato dalla politica.

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