Potenza, Pergola sull’Autonomia differenziata: «Lega in silenzio e solite promesse»

«Come può un partito che ha sempre disprezzato il Sud, accusandolo di crogiolarsi nell’assistenzialismo, pensare davvero alla sua valorizzazione territoriale e quindi alla crescita di un capoluogo del meridione come Potenza? Davvero roba da non credere se pensiamo che è stata approvata la riforma sull’Autonomia differenziata», è quanto dichiara Rocco Pergola, segretario provinciale del Psi e consigliere provinciale di Potenza che sostiene il candidato di centrosinistra alla carica di sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca.

Al voto
Al primo turno, Pergola, in corsa per la carica di consigliere è stato tra i più suffragati nella lista a sostegno di Telesca (Potenza dei cittadini-Potenza democratica”. Nel capoluogo, unico comune lucano al ballottaggio, si vota domenica e lunedì prossimi. A sfidare Telesca c’è Francesco Fanelli (Lega), candidato di centrodestra sostenuto da sette liste. Telesca per il ballottaggio ha ricompattato il centrosinistra con un accordo programmatico di dieci punti proposto ai candidati sindaci sconfitti al primo turno Pierluigi Smaldone (Potenza Ritorna), sostenuto anche dal M5s, e Francesco Giuzio (La Basilicata Possibile). La sfida tra candidati in corsa passa anche per il progetto sull’Autonomia differenziata del ministro Calderoli (Lega), diventato legge dopo il via libera di Camera e Senato, e che ora approderà dal Capo dello Stato Mattarella per un vaglio, prima della pubblicazione.

L’analisi
«L’articolo 4 della legge Calderoli – spiega Pergola – stabilisce che l’attribuzione di ulteriore autonomia alle Regioni è consentita in base ai Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) previsti dalla Costituzione e riguardanti tutte le Regioni del Paese. Sarà quindi necessario stabilire il grado minimo di servizi da rendere al cittadino in maniera uniforme in tutto il territorio, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Come si può stabilire uno standard unitario quando ci sono territori, come la nostra regione, che hanno ancora necessità di collegarsi realmente al resto del Paese, volendo citare solamente una delle problematiche irrisolte?» Inoltre, aggiunge Pergola: «per evitare squilibri economici fra le Regioni che aderiscono all’Autonomia e quelle che non lo fanno, il disegno prevede misure perequative, cioè risorse aggiuntive anche per chi non chiede maggiore autonomia, per il finanziamento dei servizi e delle funzioni di cui si chiede il trasferimento. Come si potranno garantire diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale “equamente” quando ci sono ancora degli enormi gap da colmare?». «A Potenza? Il silenzio dei leghisti lucani e le solite promesse», conclude.

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