«L’autovelox Varco d’Izzo va spento e le multe illegittime pagate dagli automobilisti devono essere rimborsate perché il dispositivo non è omologato», così, l’avvocato Grazia Antonio Romano a margine della conferenza stampa che si è tenuta martedì scorso a Potenza per discutere del dispositivo di rilevamento della velocità sulla strada statale 407 Basentana.
Noto come autovelox “Varco d’Izzo”, il dispositivo di controllo della velocità si trova sul tratto di strada della Statale 407 Basentana, all’incrocio di Potenza est. Romano è il rappresentante e difensore delle associazioni “Briganti d’Italia”, “La quinta porta”, “Grean-Guardie equestri ambientali” e “Vola – Volontari per l’ambiente placel”, che insieme al “Comitato cittadini no autovelox” ieri hanno discusso del tema, avanzando precise richieste.
«Per prima cosa – spiega Romano – l’autovelox va omologato, perché non lo è, e pertanto non può essere revisionato. Il Comune di Potenza non ha mai esibito il documento di omologa, ha detto semplicemente che il dispositivo è autorizzato. Se mancano i dati tecnici dell’omologa, che è un processo tecnico, come si fa a revisionarlo? L’autorizzazione è un procedimento amministrativo, ma cosa si autorizza se mancano le basi tecniche?». Altra questione a suo avviso è il luogo.
«Il macchinario si trova – dice Romano – su una strada comunale e fa le multe sulla statale, violando il Codice della strada. L’Anas non può delegare il Comune a mettere l’autovelox. Lì, invece, ha dato il nulla osta. Come si fa a mettere un autovelox su un rettilineo, con limite 70 km orari, quando alla curva precedente puoi andare a 90 all’ora? È chiaro perché è stato messo lì: è un modo veloce per il Comune per fare cassa. La maggior parte dei multati hanno superato di 7-10 km».
«Chiediamo – conclude Romano – la sospensione del dispositivo, va spento. Stiamo valutando un class action per il rimborso di tutte le multe che sono state irrorate per un autovelox illegittimo».