Pos obbligatorio, gli esercenti baresi: «Colpite le piccole attività»

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Sono in vigore da ieri le sanzioni per i commercianti che non accettano pagamenti elettronici con carte o bancomat, ma cosa comporta quest’obbligo per gli esercenti?

«È un provvedimento inopportuno e iniquo», ha affermato Confesecenti spiegando che per le imprese minori il costo della moneta elettronica sarebbe già elevato, con circa 772 milioni di euro l’anno, fra commissioni e acquisto/comodato del dispositivo. Tale misura sarebbe dovuta entrare in vigore alla fine dell’anno ma a seguito del decreto sull’attuazione del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr), è stata anticipata di 6 mesi. L’obbligo riguarda la maggior parte delle categorie, dalla ristorazione agli ambulanti, commercialisti, avvocati, ingegneri, tassisti, tabaccai, idraulici, fabbri e bar. L’importo della multa prevista per chi non accetta pagamenti con pos comprende una doppia sanzione: la prima è di 30 euro; la seconda, invece, è la maggiorazione del 4% rispetto al valore della transazione rifiutata. L’accertamento che le disposizioni vengano rispettate è affidato alla polizia giudiziaria e agli organi addetti al controllo, ma affinché le sanzioni vengano applicate, il cliente deve procedere con la denuncia dell’esercente o del professionista venuto meno all’obbligo chiamando la guardia di finanza o segnalando l’episodio all’Agenzia delle entrate.

Vito Scalera, presidente della Fipe confcommercio Bari ha specificato che per quanto l’obbligo non abbia creato troppi malcontenti tra i commercianti, «ha sollevato delle richieste di incontri con gli organi competenti per rivedere quelle che sono le normative, in quanto, questo provvedimento va a colpire coloro che hanno un movimento nettamente inferiore ma le cui spese sono le stesse degli altri esercizi». Quello che i commercianti chiedono sarebbe la riduzione del costo delle transazioni o, così come succede in alcuni paesi del nord Europa, tagliare completamente le spese.

Per quanto riguarda il caso specifico dei tabaccai, è stato richiesto dal presidente Nazionale Assotabaccai, Celso Montanari, un confronto con il Governo affinché la categoria venga esonerata dal provvedimento. «La lotta all’evasione fiscale, tramite l’obbligo di accettazione di pagamenti con carta e bancomat, è un controsenso nel caso delle tabaccherie che sono, infatti, concessionarie dello Stato», ha affermato Assotabaccai, spiegando che, nel loro caso, la tracciabilità già esiste. «Purtroppo le commissioni dei pagamenti con pos sui prodotti che noi trattiamo sono talmente alte che annullerebbero i nostri guadagni. Tutto ciò che è monopolio è già monitorato – spiega una tabaccaia barese – Saremo pronti però nel momento il cui il Governo ci aiuterà ad abbattere al 100% le commissioni per la dotazione di un pos in azienda».

In Parlamento, intanto, è stato accolto un ordine del giorno nel quale si è impegnato a prevedere un credito d’imposta del 100% sui maggiori costi, in relazione all’utilizzo della carta per gli acquisti di pochi centesimi, dai francobolli ai biglietti dell’autobus. L’obbligo di avere il pos nella propria attività è stato introdotto nel 2014, ma senza prevedere l’applicazione di sanzioni in caso di mancato rispetto della norma.

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