Polignano a Mare, sui social un’immagine “dissacrante” del patrono San Vito. È polemica

«Questa per noi è una celebrazione, siamo molto affezionat3 alla festa che si celebra a Polignano a Mare e abbiamo voluto omaggiarla con un’estetica che ci appartenga». Così dal collettivo Sboccat3 che, a Polignano a Mare, organizza un’omonima manifestazione, descrivono la foto pubblicata sui propri canali social in occasione di San Vito, patrono della città adriatica.

Nell’immagine si vede il santo, con calze a rete, che tiene per la catena anziché i due cani dell’iconografia classica, due persone con un collare in pelle.

L’immagine, realizzata da blackistu_art e diffusa dal collettivo, ha inevitabilmente scatenato le polemiche tanto che è intervenuta anche l’assessora comunale alla Cultura, Priscilla Raguso, che ha dovuto sottolineare come l’amministrazione non abbia «promosso, né patrocinato, né tanto meno era a conoscenza di quell’immagine di un San Vito nella quale la nostra comunità non si riconosce e della quale la nostra amministrazione non si è occupata».

Le polemiche sono nate anche perché qualcuno accusa l’amministrazione di aver concesso il patrocinio all’evento organizzato da Sboccat3 che, da inizio maggio, ha promosso le “Conversazioni scomode” per accendere un faro sui temi legati ai diritti Lgbtqia+.

L’assessora Raguso, dissociandosi a nome dell’amministrazione dall’immagine diffusa da Sboccat3, sottolinea, però, che «la nostra comunità è stata gettata nel burrone del più grande stereotipo di tutti i tempi: pensare che la Santa Chiesa Cattolica sia agli antipodi con la comunità Lgbtqia+, che l’appartenenza ad un mondo debba escludere necessariamente la presenza nell’altro, che siano due realtà così lontane da doversi non ignorare, ma addirittura odiare».

Dopo le polemiche, anche dal collettivo Sboccat3 riferiscono, sempre attraverso i propri social, che l’immagine non era satira religiosa ma «bisogno di rappresentazione» e che «scostarsi dalle rappresentazioni iconografiche tradizionali è sempre stato un tasto delicato e dolente» sottolineando che sebbene si aspettassero le polemiche, i componenti del collettivo non si sarebbero aspettati «di ricevere tanto odio in nome di una religione che professa amore e di cui noi facciamo parte. I santi sono di tutti».

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