Poche stanze e troppe truffe. Gli studenti ora lasciano Bari

Trovare una stanza in affitto a prezzi accessibile, a Bari, è diventata un’impresa per gli studenti. In giro, ce ne sono davvero poche e, se un tempo i social network erano tempestati da annunci, oggi ne vengono pubblicati al massimo due al giorno. Sempre più spesso i ragazzi sono costretti a fare le valigie e tornare a casa, quando va bene. Molte sono le truffe online, però, che possono far perdere anche migliaia di euro. Per questo, Dario Durso (Codacons), per i lettori dell’Edicola del Sud, dà tre consigli per non cadere nelle trappole dei furbetti: affidarsi alla rete di contatti affidabili, rivolgersi alle agenzie immobiliari autorizzate e – soprattutto – evitare il pagamento anticipato online.

Perché sì: è proprio sul web che si rischiano le truffe peggiori. È il caso di Angela (nome di fantasia) che, dalla Spagna, ha deciso di partecipare all’Erasmus optando per la facoltà di Scienze Politiche a Bari. Persa nel “mare magnum” degli annunci online, si è imbattuta in un uomo che le ha chiesto 400 euro in anticipo. La ragazza, però, aveva fortunatamente costruito già una buona rete di contatti nel capoluogo, tra cui Letizia, rappresentante dell’associazione studentesca “UniVerso” che l’ha subito messa in guardia sui rischi che si corrono nel cercare casa online. «Gli annunci sono diminuiti rispetto al passato – racconta Letizia – non se ne trovano più di due al giorno, su Facebook. La maggior parte delle volte, accade che le foto delle stanze pubblicate non rispecchino la realtà. E ci si ritrova davanti a veri e propri sgabuzzini, com’è recentemente successo a due studenti che aveva trovato casa all’altezza di via Nicolai e via Crisanzio».

Sempre più comune è il fenomeno del “locatore scomparso”. «Pubblicano gli annunci online – spiega Letizia – ma la maggior parte delle volte non sono più disponibili. Eppure, non li tolgono dai social, anzi, prendono appuntamento ma non si presentano. Così, molti rimangono fuori sede, e altri, addirittura, stanno cambiando città in cui studiare». Le associazioni dei consumatori conoscono bene questi problemi. «Il calo delle stanze in affitto a studenti – spiega Durso – è legato alla trasformazione che sta vivendo Bari: da città universitaria sta diventando città turistica. Questo fa sì che molte stanze, prima affittate a studenti, ora vengano utilizzate come strutture alberghiere che, molto spesso, non sono registrate». Secondo Durso, il business delle case universitarie non è più conveniente per i locatari. Ma il “turismo nero” incide sugli sull’economia reale e così, pur essendo diminuiti gli studenti in cerca di casa, quei pochi che ci sono non la trovano. Molti si affidano al web, ma qui sono molti i rischi che si corrono.

«Per evitare le truffe – raccomanda Durso – è preferibile rivolgersi alle reti di associazioni studentesche o alle agenzie immobiliari autorizzate. Se si sceglie il web, meglio optare sempre per siti con rating consolidato e mai anticipare il pagamento. I siti online, infatti, pur gestiti da italiani, hanno sede all’estero e non offrono tutele ai consumatori».

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