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Parla il sindaco Decaro: «Mare, trasporti e cantieri: così cambierò Bari nel 2023»

«Per il 2023 immagino Bari come una città che ricomincia a vivere il suo mare. Una città con tanti progetti e altrettanti cantieri, ma soprattutto con la capacità di guardare al futuro con fiducia». Per Antonio Decaro è tempo di bilanci, ma anche di sfide da affrontare. E, per il nuovo anno, il sindaco dimostra…

«Per il 2023 immagino Bari come una città che ricomincia a vivere il suo mare. Una città con tanti progetti e altrettanti cantieri, ma soprattutto con la capacità di guardare al futuro con fiducia». Per Antonio Decaro è tempo di bilanci, ma anche di sfide da affrontare. E, per il nuovo anno, il sindaco dimostra di avere le idee chiare: riqualificazione del lungomare, estensione del porta a porta, sprint sulle opere pubbliche.


Sindaco, che anno è stato il 2022?
«Un anno importante, che ha visto finalmente la città ripartire. Ci siamo impegnati per portare a compimento lavori pubblici notevoli e siamo tornati a stare insieme senza particolari restrizioni. Ciò ci ha permesso di ospitare grandi eventi e di attrarre turisti ben oltre ogni più rosea aspettativa».


A proposito di turismo, il 2022 è stato l’anno del boom e il 2023 sarà quello della tassa di soggiorno sulla quale, però, si registrano le resistenze di molti operatori: come replica?
«Bari è diventata una città turistica e questo è un dato di fatto. Per noi non è un traguardo, ma un punto di partenza, e la tassa di soggiorno servirà per migliorare l’attrattività e i servizi in città. Le resistenze ai cambiamenti sono fisiologiche. Noi siamo pronti a discuterne».


Lei ha legato l’attrattività anche alla riqualificazione del litorale. L’unico neo resta San Girolamo, dove il waterfront non attira gli investitori: come agirà su questo fronte?
«Per una riqualificazione importante come quella avvenuta a San Girolamo è necessario del tempo. Alla riqualificazione fisica dei luoghi deve corrispondere una riqualificazione sociale per la quale, però, non esistono gare pubbliche. Occorre mettere in campo un lavoro sinergico che deve coinvolgere tutti: amministrazione, scuola, associazioni, attività economiche. Ci sono tutti i presupposti affinché quella zona rinasca».


Intanto sono arrivate le risorse del Pnrr: Bari centrerà gli obiettivi, nonostante l’inflazione e la carenza di personale che affligge le pubbliche amministrazioni?
«È presto per dirlo e non vorrei rischiare di essere smentito. Certo è che stiamo lavorando per centrare tutti gli obiettivi. Stiamo chiudendo le progettazioni e, in alcuni casi, riusciremo ad avviare le gare per i lavori già nei primi mesi del 2023. Per alcune opere, però, sappiamo che la fase più difficile arriverà in un secondo momento e riguarderà la gestione delle autorizzazioni e la realizzazione. Per questo l’Anci sta lavorando insieme col Governo a un pacchetto di semplificazioni».


A fine 2021 lei fece autocritica in riferimento a 12 progetti non realizzati: a distanza di un anno, su quali temi farebbe mea culpa?
«Ogni sera, quando torno a casa dopo una giornata di lavoro, mi sembra sempre di non aver fatto abbastanza. Sarebbero tanti i mea culpa da fare, ma preferisco considerare tutto ciò che non siamo riusciti a portare a termine come un obiettivo da realizzare. Certo, riuscire a incidere di più su trasporti e raccolta dei rifiuti sarebbe un traguardo importante».


Tra i progetti per i quali fece mea culpa nel 2021, infatti, c’era la mancata estensione del porta a porta al San Paolo. Oggi quell’obiettivo è centrato, ma molti lamentano il degrado nelle periferie. Come rimedierà?
«Grazie ai fondi del Pnrr, nei prossimi anni, sulla raccolta dei rifiuti avremo finalmente un reale cambio di passo. Estenderemo il porta a porta a partire dal quinto Municipio fino a raggiungere gli altri quartieri di periferia. L’Amiu sta acquistando nuovi mezzi per la pulizia della città e strumenti per il tracciamento dei rifiuti. Senza la collaborazione dei cittadini e delle attività economiche, però, nessuno sforzo amministrativo è sufficiente».


Altro tema è la carenza di parcheggi, soprattutto tra Libertà, Madonnella e Murat. L’ex sindaco Di Cagno Abbrescia ha denunciato la mancata realizzazione di autorimesse interrate. Come risponde?
«Sarebbe bello disegnare una mappa di parcheggi sotterranei per tutte le strade di certi quartieri ma, com’è noto anche a Di Cagno Abbrescia, questo non si può fare. Tra l’altro i parcheggi sotterranei, nei confronti dei quali non ho preclusioni, necessitano di autorizzazioni importanti e devono essere pertinenziali per i soli residenti, perché altrimenti finiscono per attrarre traffico e congestionare ulteriormente il centro. Dobbiamo continuare, invece, a investire su parcheggi periferici collegati al centro e su un trasporto pubblico più efficace».


Il 2022 sarà ricordato pure come l’anno di furti con spaccata, movida fracassona e baby gang fuori controllo: ha una soluzione?
«Il Comune non ha competenze in materia di sicurezza né gestisce forze dell’ordine, ma può collaborare con le altre istituzioni e agevolare il lavoro di forze dell’ordine e magistratura attraverso il welfare, la sinergia con scuole, parrocchie e associazioni. Senza dimenticare il sistema di videosorveglianza che negli anni si è rivelato fondamentale per le indagini e come deterrente degli atti vandalici nei luoghi pubblici».


Insomma, come immagina Bari nel 2023?
«Come una città che finalmente, da Nord a Sud, ricomincia a vivere il suo mare. Quando mi sono candidato per la prima volta a sindaco, ho preso un impegno che riguardava proprio la costa: Bari non sarebbe più stata solo una città “con il mare”, ma una città “di mare”. In questi otto anni abbiamo lavorato tanto per realizzare progetti, reperire fondi e mettere in cantiere gare e lavori che cambieranno il volto della costa. Perciò per il 2023 immagino tanti nuovi e importanti cantieri aperti, ma pure più fiducia nel futuro».


Nel 2024 scadrà il suo secondo mandato da sindaco: potrebbe essere una donna a portare avanti il suo progetto politico-amministrativo?
«L’importante è che abbia una visione della città, non importa il genere. Per il resto, saranno i baresi, non un politico o la classe dirigente, a scegliere il prossimo sindaco. I cittadini hanno dimostrato di essere maturi e di sapere cosa vogliono. Lo faranno anche nel 2024».

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