Ridurre il divario di genere attraverso un approccio metodologico laboratoriale, coinvolgendo bambini e bambine con percorsi educativi e culturali. È l’obiettivo del ‘Protocollo Scuole in STE@M’, adottato dalla Giunta regionale pugliese e siglato questa mattina dall’ Ufficio scolastico regionale, dalle Università di Bari, Salento, Foggia e Politecnico, in qualità “di soggetti istituzionalmente deputati allo sviluppo e alla promozione delle competenze Stem”. “Il progetto è un’azione pilota – viene precisato in una nota – perché contribuisce alla realizzazione degli obiettivi programmatici inseriti nell’Agenda di genere approvata dalla Regione Puglia”. “Con la piena collaborazione delle Università pugliesi e dell’Ufficio scolastico regionale, coordinati dalla sezione per l’attuazione delle Politiche di Genere – è detto nella nota – prende dunque il via un percorso qualificato di promozione di politiche in grado di ridurre il divario di genere nell’ambito dei percorsi di studio tecnico scientifici. Le donne restano ancora sottorappresentate nei percorsi educativi scientifici, con ricadute negative sulle opportunità di lavoro”. Il dato per la Puglia è piuttosto critico: solo 11,6 per 1.000 donne tra i 20 e i 29 anni sono laureate in discipline tecnico-scientifiche (-5,7 rispetto alla componente maschile). Inoltre, al 2019, le donne che hanno competenze digitali elevate sono il 16,1% (- 3,8% rispetto agli uomini), dato più alto di quello del Mezzogiorno (14,6%), ma più basso del nazionale (19%), secondo i dati forniti dall’ufficio statistico Regione Puglia Bes 2020. Il progetto Stem tra le iniziative prevede: la costituzione di 16 reti di scuole polo regionali per la promozione o il coinvolgimento dell’Ufficio scolastico regionale per la Puglia, università aderenti all’iniziativa o la costituzione di una cabina di regia con compiti di monitoraggio e analisi dell’azione. |