Chi l’avrebbe mai detto che i panzerotti pugliesi sarebbero finiti al centro di un’enciclica papale? Eppure è proprio così. Nella sua ultima pubblicazione, “Dilexit nos”, Papa Francesco ha citato la preparazione del tipico street food pugliese per riflettere sulla differenza tra l’uomo e l’intelligenza artificiale.
«Sigillare il panzerotto con la forchetta è un gesto che va oltre la semplice preparazione di un cibo – ha affermato il Pontefice -. È un momento di condivisione, di apprendimento, un ponte tra generazioni». Un gesto che, secondo Bergoglio, non potrà mai essere replicato da un algoritmo, perché è intriso di umanità, di affetto e di ricordi.
La scelta di citare i panzerotti non è casuale. Questo piatto, simbolo della cucina pugliese, rappresenta per il Papa un esempio concreto di come la tradizione e l’affetto possano resistere al tempo e alle innovazioni tecnologiche.
Il riferimento ai panzerotti ha suscitato grande interesse e dibattito. Oltre ad essere un omaggio alla cultura pugliese, le parole di Papa Francesco invitano a riflettere sul ruolo dell’uomo nell’era dell’intelligenza artificiale. Un invito a non dimenticare l’importanza delle relazioni umane, dell’affetto e della tradizione, valori che nessun algoritmo potrà mai sostituire.
L’Unione cuochi Puglia pronta per il panzerotto day in Vaticano
Salvatore Turturro, presidente dell’Unione regionale dei cuochi di Puglia e dell’associazione cuochi di Bari, ha commentato così le parole di Bergoglio: «Siamo orgogliosi e felici. Sapere che il Papa conosca i panzerotti e, addirittura, li citi nella sua ultima enciclica, ci rende fieri».
Turturro, poi, si propone per friggere i panzerotti al Santo Padre: «Per il Papa preparerei un panzerotto ripieno di stracciatella e pomodorini gialli, così si riprendono anche i colori della bandiera vaticana. Spero che con l’aiuto del cappellano della nostra associazione, don Peppe De Ruvo, riusciamo a organizzare un panzerotto day per Papa Francesco», auspica.
