Papa Francesco incontra nonni e nipoti: nell’aula Paolo VI anche Lino Banfi e Al Bano

C’erano anche due nonni pugliesi dok, Lino Banfi e Al Bano, all’incontro organizzato da Papa Francesco nell’aula Paolo VI del Vaticano con nonni e nipoti.

All’inizio dell’udienza, Bergoglio ha voluto salutare proprio Lino Banfi: «Tutti abbiamo nonni e nonne ma anche l’Italia ha un nonno: lo voglio salutare che è qui presente».

Lino Banfi: «Come un Oscar la mia foto con lei»

Poi un siparietto con il nonno d’Italia. Lino Banfi ha osservato: «Posso fare una sorpresina a Sua Santità? Un saluto dal nonno d’Italia, da oggi nonno d’Europa, all’abuelo del mundo (nonno del mondo)». Bergoglio ha sorriso.

Ancora Banfi, orgoglioso della foto col pontefice in una recente visita in Vaticano: «Quella foto con Lei per me è come avere vinto un Oscar». L’attore pugliese, ricordando i continui appelli di Bergoglio per la pace nella martoriata Ucraina e in Terra Santa, facendosi serio ha osservato: «Nonni e nipoti tutti insieme faremo un girotondo per la pace nel mondo. Non è con questo che qualche guerra finirà ma vedrete: a qualcosa di buono servirà».

Al Bano canta “Felicità”

Nell’aula Paolo VI Al Bano ha cantato uno dei suoi brani più famosi, “Felicità”, in aula Paolo VI in attesa di Papa Francesco. «Questo ragazzo si farà e fra due, tre anni diventerà famoso», scherza Lino Banfi.

Il Papa: «L’amore ci rende migliori»

Rivolgendosi poi a nonni e nipoti, il papa sottolinea che «l’amore ci rende migliori. Lo mostrate anche voi, che vi migliorate a vicenda volendovi bene. E ve lo dico da “nonno”, col desiderio di condividere la fede sempre giovane che unisce tutte le generazioni».

Francesco ricorda gli insegnamenti della nonna «dalla quale per prima ho imparato a conoscere Gesù, che ci ama, che non ci lascia mai soli, e che ci sprona a farci anche noi vicini gli uni agli altri e a non escludere mai nessuno. Ricordo ancora oggi le prime preghiere imparate da lei. È da lei che ho sentito la storia di quella famiglia dove c’era il nonno che, siccome a tavola non mangiava più bene e si sporcava, era stato allontanato, messo a mangiare da solo. Non era una cosa bella, anzi, era molto brutta! Allora il nipotino si è messo a trafficare per qualche giorno con martello e chiodi e, quando il papà gli ha chiesto cosa stesse facendo, ha risposto: “Costruisco un tavolo per te, per farti mangiare da solo quando diventi vecchio!”. Questo mi ha insegnato la mia nonna, e io non l’ho più dimenticato».

Rivolgendosi ai ragazzi e ai bambini presenti, il papa li invita a non dimenticarlo «neanche voi, perché è solo stando insieme con amore, non escludendo nessuno, che si diventa migliori, più umani! Non solo, ma si diventa anche più ricchi».

Bergoglio rinnova il suo monito a non lasciare soli gli anziani: «Come ad esempio quando, per la cultura dello scarto, gli anziani vengono lasciati soli e devono trascorrere gli ultimi anni della vita lontano da casa e dai propri cari. Pensiamoci un momento: ci piace questo? Gli anziani non devono stare soli devono vivere in famiglia e se non possono stare in famiglia dobbiamo andarli a trovare. Non è molto meglio un mondo in cui nessuno deve aver paura di finire i suoi giorni da solo? Chiaramente sì. E allora costruiamolo questo mondo, insieme, non solo elaborando programmi di assistenza, quanto coltivando progetti diversi di esistenza, in cui gli anni che passano non siano considerati una perdita che sminuisce qualcuno, ma un bene che cresce e arricchisce tutti: e come tali siano apprezzati e non temuti».

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