Anche quest’anno il mercato di panettone e pandoro artigianali si conferma ben saldo. I prezzi dei prodotti tipici delle feste non scendono nonostante il crollo delle bollette dell’energia elettrica. «È vero i costi strettamente legati alla produzione, rispetto allo scorso anno sono scesi, la farina si è stabilizzata, ma ci sono altre materie prime che hanno avuto notevoli aumenti, parliamo di burro, uova e canditi. Poi bisogna anche considerare la carta o il cartone per il confezionamento», spiega Nico Carlucci tecnico dimostratore di panificazione proprietario di un panificio della provincia barese. «Siamo da 52 anni sul mercato, la mia è la terza generazione, siamo un’azienda ben radicata sul territorio e anche per questa ragione quest’anno abbiamo scelto di ridurre i nostri margini di guadagno bloccando il prezzo del panettone: ci è sembrato un atto dovuto nei confronti di molte famiglie fortemente provate dall’aumento dei prezzi».
Nelle case degli italiani, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe, il re delle feste resta quindi il panettone, presente nel 78 per cento delle tavole, davanti al pandoro (73 per cento), tuttavia quest’anno c’è anche un 41% di italiani che ha scelto di preparare da sé i dolci tipici del Natale, una attività che è tornata probabilmente ad essere gratificante all’intero delle famiglie, anche grazie al coinvolgimento dei bambini. «Una scelta –precisa la Coldiretti – dettata anche dall’obiettivo di garantirsi la qualità degli ingredienti utilizzati ma anche spesso dalla voglia di riscoprire ricette dei dolci natalizi locali che si conservano da generazioni sul territorio».
Nei fatti l’andamento dei consumi di questo Natale non presenta molte differenze rispetto allo scorso anno se non nella scelta tra prodotto industriale e artigianale: «La pandemia ha fatto da spartiacque in questo senso per tutti i prodotti da forno – puntualizza Carlucci – chi in quei mesi ha provato a fare pane, focaccia e dolci ha davvero capito le difficoltà e l’importanza della qualità degli ingredienti. Di fatto c’è una maggiore consapevolezza nei consumatori, questo è un fattore molto positivo per noi artigiani».