Palazzo San Gervasio, i parlamentari protestano: «Atti negati durante l’ispezione al Cpr»

Una nebbia di misteri avvolge il Cpr di Palazzo San Gervasio. I parlamentari del Tavolo Asilo che lo hanno ispezionato scrivono a chiare lettere nella loro relazione: «Numerose limitazioni sono state imposte ai parlamentari che hanno fatto accesso al centro e in particolare all’onorevole Raffaele Scarpa è stata negata la visione e la messa a disposizione di numerosi documenti richiesti. Il diniego frapposto dalla direttrice del centro, avallato dalla Prefettura di Potenza, con un generico richiamo alla disciplina sulla privacy rappresenta una grave compromissione dei poteri riconosciuti dalla Costituzione e dalla legge ai parlamentari».

L’ispezione

L’ispezione è avvenuta lo stesso e le condizioni igienico sanitarie riscontrate sono considerate «disumane».

È ormai chiaro che la morte (il 4 agosto) del giovane Oussama Darkaoui fermato a Napoli perchè senza permesso di soggiorno e inviato al Cpr somiglia sempre più a qualcosa di più di un suicidio come invece si è voluto fatto passare. Il giovane era incensurato. Di lui è stato detto che era come impazzito e ingoiava pezzi di vetro, sulle pagine del Corriere della Sera, ieri Carlo Vulpio riporta che mai è stato ricoverato all’ospedale San Carlo di Potenza (come invece ha dichiarato in Procura la direttrice del centro) prima della sua morte. C’è una inchiesta in corso in Procura che farà luce sulla sua morte. Ad oggi però la situazione del Cpr di Palazzo San Gervasio appare sempre più inquietante, va detto che sulla struttura esiste già un’inchiesta della magistratura potentina che riguarda la gestione affidata tra il 2018 e il 2022 alla società Engel, in quel caso le ipotesi (non accertate) parlano anche di sedazioni, e appare allarmante che nei giorni scorsi gli ospiti della struttura hanno raccontato alla commissione di temere di mangiare per i sedativi «che nascondono nei pasti».

Le testimonianze

Uno degli ospiti interrogato dalla commissione dice di essere stato un amico di Oussama di averlo visto morire e che «il giorno prima stava bene e quello dopo è morto, anche se è stato disteso dormiente per ore nel cortile esterno e nessuno sia stato chiamato a soccorrerlo».

Al colloquio con la direttrice e alla domanda sull’accesso ai documenti delle presenze al CPR i parlamentari si vedono negare le carte e sull’accesso alla documentazione, scrivono nella relazione: «abbiamo avuto una interlocuzione con la vicaria del prefetto che si mostra chiusa alle nostre alle nostre richieste. Dopo molte insistenze riusciamo ad ottenere una parte della documentazione con dati oscurati». Prima di andar via la delegazione notano (e scrivono) che sul davanzale di una finestra ci sono scatole non chiuse di sedativi (seroquel, rivotril, En, Alprazolan, Depakin). Il corpo di Oussama è ancora nell’obitorio di Potenza, come Cristo in croce, sua madre chiede di riaverlo, con lei l’ambasciata del Marocco.

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