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Ospedale Covid in Fiera, è countdown: un nuovo bando per la dismissione

Finiranno in discarica pannelli, pavimenti ed ossatura dell’ex ospedale Covid della Fiera del Levante. Lo ha stabilito il Policlinico di Bari che entro il 31 dicembre deve riconsegnare la struttura svuotata e smantellata pezzo per pezzo al legittimo proprietario, l’ente Fiera del Levante. Peccato, però, che la gara per la dismissione è andata deserta. Una…

Finiranno in discarica pannelli, pavimenti ed ossatura dell’ex ospedale Covid della Fiera del Levante. Lo ha stabilito il Policlinico di Bari che entro il 31 dicembre deve riconsegnare la struttura svuotata e smantellata pezzo per pezzo al legittimo proprietario, l’ente Fiera del Levante. Peccato, però, che la gara per la dismissione è andata deserta.

Una manifestazione d’interesse che l’azienda Policlinico aveva indetto per lo smontaggio che in premio alla ditta appaltante donava la struttura prefabbricata, impianti, sanitari, materiale vario. Tutta roba inutilizzabile per la Regione e per il Policlinico, ma che nessun altro ha voluto. Secondo un calcolo si tratta di due milioni 700mila euro di lavorazioni non recuperabili e 1,8 milioni di materiale da discarica.

Per fortuna che l’attrezzatura sanitaria, gli strumenti diagnostici e i macchinari sono stati imballati e a breve saranno a breve trasferiti nel padiglione Asclepios 3 del Policlinico. E così il problema vero è la corsa contro il tempo necessaria per smembrare e smaltire l’ossatura dell’ex ospedale. In caso contrario la regione Puglia dovrà versare un ulteriore canone di affitto, 110 mila euro al mese, alla Fiera del Levante in caso di inadempimento.

«Non accetteremo alcuna deroga e rispetteremo il contratto fra la Regione e l’ente Fiera – avverte l’assessore alla salute Rocco Palese – entro fine anno i padiglioni dovranno essere liberati e restituiti alla Fiera». Un problema non da poco se si pensa che nelle ultime settimane il Policlinico aveva provato a piazzare il materiale presente nell’ex Padiglione Agricoltura ad associazioni no profit come Caritas, Croce rossa, Medici senza frontiere e altre a presentare una richiesta di acquisizione a titolo gratuito di parti della struttura, assumendo a proprio carico la spesa relativa allo smontaggio, trasporto ed eventuale smaltimento in discarica. Ma anche questo avviso non ha ricevuto alcuna offerta.

Nel frattempo l’Ufficio tecnico del Policlinico sta predisponendo un nuovo bando di gara, con cui questa volta appalterà le attività di dismissione dell’ospedale pagando a sua volta il servizio. Un nuovo esborso, una nuova spesa, per un ospedale costato già 28 milioni di euro. La ditta aggiudicataria sarà pagata, quindi, anche per acquisire il materiale: muri divisori, il pavimento, gli impianti e tutto ciò che concerne la struttura e il suo funzionamento.

«Cercheremo di rispettare il termine di scadenza -, spiega il direttore amministrativo del Policlinico, Gianluca Capochiani – con un bando da predisporre a valle di uno studio di fattibilità che contempla smontaggio e dismissione che sarà quantificato in base alle ore di lavorazione ed ai costi di conferimento in discarica». Si riuscirà a concludere le operazioni nei tempi prefissati? Difficile dirlo anche se è difficile prevedere che gara ed attività possano chiudersi nel giro di 30 giorni. Il tutto mentre la Procura di Bari va avanti con l’inchiesta sulla costruzione dell’ospedale e sul suo costo, inizialmente preventivato di 9,4 milioni di euro e poi lievitato a 28 milioni. Il progetto era stato predisposto dalla Protezione civile regionale e realizzato dall’associazione Cobar-Item Oxygen. Allo stato attuale si attende la perizia del consulente della Procura sulla conformità fra quello che era stato progettato e quanto fu poi realizzato.

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