Orta Nova, ferito in un incidente ferroviario e truffato dal suo avvocato: l’appello di Eric

La storia di Eric Ehimhanre, fuggito dalla Nigeria, avrebbe potuto tranquillamente confondersi con quella dei tanti “invisibili” giunti in Italia in cerca di condizioni di vita più umane e finiti invece, per toccare il fondo tra le migliaia di disperati che vivono in clandestinità. Se questo però non è accaduto è solo grazie alla signora Dora, che da mesi bussa ad ogni porta, chiedendo con forza giustizia per questo “figlio” così giovane eppure tanto sfortunato.

Dora Mendolicchio è una donna minuta ma caparbia, che non ci sta a far finta di niente davanti all’ingiustizia e alla sopraffazione; specie quando a esserne colpito è chi come Eric non ha voce. Ad Eric, si illumina il volto quando ci parla di lei: la chiama mamma. È un ragazzone di 35 anni, solare e gentile, nonostante il grande dramma che ha attraversato la sua vita, appena pochi anni fa e che l’ha cambiata, irreversibilmente.

«Il 19 febbraio del 2017 alle 23.30, mi trovavo in stazione a Brindisi. Come già fatto tante altre volte, sono salito sul treno diretto a Lecce con destinazione Trepuzzi; ma mentre stavo per varcare la soglia del vagone improvvisamente le porte si sono chiuse e io mi sono ritrovato con una parte del corpo, pericolosamente in bilico nel vuoto. Intanto il treno iniziava la sua folle corsa. Ricordo allora di aver chiesto inutilmente aiuto senza ottenere risposta, prima di provare a spingermi con forza verso l’interno, senza però riuscirci. Poi ad un tratto, le porte si sono riaperte nuovamente e io mi sono ritrovato scaraventato all’esterno. Pur se il treno era ancora nelle vicinanze della stazione, l’impatto è stato talmente violento da trinciarmi di netto la gamba destra e ben tre dita della mano destra. Trasportato con urgenza all’Ospedale Perrino di Brindisi, ci sono giunto in coma, restando tra la vita e la morte per quattro giorni».

Eric la tua vita da quel tragico incidente è inevitabilmente cambiata…

«Da quella maledetta notte, niente è stato più come prima. Ho dovuto rinunciare per sempre al lavoro nei campi e oggi, sopravvivo solo grazie a una pensione di invalidità e all’aiuto di alcune persone di buon cuore, come la stessa Dora, che mi danno una mano».

Ma non ti hanno riconosciuto un qualche risarcimento?

«Purtroppo non solo non ho ottenuto nessun risarcimento (del quale peraltro ho un disperato bisogno, per sottopormi ad una serie di costosi interventi ricostruttivi e per l’acquisto di una protesi di ultima generazione), ma di recente ho anche scoperto di essere stato imbrogliato da qualcuno dei tanti legali, che in passato mi hanno rappresentato».

In che modo questo sarebbe accaduto?

«Nonostante la copiosa documentazione in mio possesso, fatta di cartelle cliniche e fotografie, risulterebbe infatti che io sia stato vittima di un incidente stradale; per giunta avvenuto ben tre anni dopo quello reale, nel 2020».

In questi giorni ti sei anche rivolto a “Chi l’ha visto?”, con un video messaggio…

«La mia speranza è che Federica Sciarelli mi aiuti a ottenere finalmente giustizia, quella giustizia che troppo a lungo mi è stata negata. Non potrò mai tornare a correre e a fare tutte quelle cose che mi facevano stare bene in passato, ma mi sentirei decisamente meglio se mi fosse restituita almeno la mia dignità di uomo, attraverso la ricerca della verità».

Tuttavia hai anche un grande sogno per il tuo futuro, vero Eric?

«Proprio così. Mi piacerebbe ottenere la residenza ad Orta Nova, dove ormai vivo da molti mesi, per poi sposarmi. Già mi sono rivolto agli organi di Polizia Municipale, per il disbrigo delle pratiche e ho ricevuto grande attenzione e disponibilità, in particolare dall’ispettore superiore Fiorenza Mastasi. Allo stesso tempo, se mi è concesso, vorrei anche lanciare un appello a tutta la comunità locale, perché mi aiuti nella ricerca di un piccolo piano terra, da poter affittare. Al momento infatti, devo continuamente salire e scendere una rampa di scale molto ripida. Va da sé, che farlo continuamente con una sola gamba mi comporta notevole disagio e forti limitazioni, nella vita di tutti i giorni».

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