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Nel carcere femminile di Trani nasce il primo sportello contro la violenza

Sensibilizzare e promuovere la cultura della non violenza nel carcere femminile di Trani. È stato presentato ieri mattina il progetto “Hortensia”, della durata di circa sei mesi, che coinvolgerà le donne detenute nella casa di reclusione, grazie alle iniziative del centro antiviolenza Save, su richiesta della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale…

Sensibilizzare e promuovere la cultura della non violenza nel carcere femminile di Trani. È stato presentato ieri mattina il progetto “Hortensia”, della durata di circa sei mesi, che coinvolgerà le donne detenute nella casa di reclusione, grazie alle iniziative del centro antiviolenza Save, su richiesta della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Trani, Elisabetta de Robertis, e il supporto del Comune di Trani.

Il tema della violenza di genere, purtroppo, è così diffuso che non solo può caratterizzare la vita quotidiana delle donne, ma può diffondersi anche negli istituti di detenzione. Per questo motivo si è pensato alla realizzazione di percorsi di sensibilizzazione anche tra chi sta scontando una pena, sia per prevenire eventuali fenomeni violenti all’interno del carcere, sia al di fuori quando le detenute riacquisteranno la libertà. Infatti, il progetto vuole rappresentare un’opportunità per aiutare le donne a riconoscere e affrontare determinate dinamiche soprattutto nel momento in cui il loro percorso detentivo sarà concluso.

«Si tratta di un progetto molto importante – spiega l’assessora ai servizi sociali, Alessandra Rondinone – perché permetterà alle detenute di acquisire gli strumenti per poter riconoscere e combattere la violenza perpetrata a volte anche nel contesto carcerario tra detenute stesse». Il progetto, come anticipato, vedrà un’equipe del centro antiviolenza Save di Trani e Bisceglie sviluppare percorsi, momenti di ascolto e laboratori all’interno del carcere, oltre a momenti di sensibilizzazione sulla violenza sulle donne. «Le detenute possono aver vissuto fuori o possono vivere all’interno del carcere situazioni legate alla violenza – sostiene Giovanna Capurso del centro Save -. Come centro abbiamo l’obiettivo di fare sensibilizzazione in tutti i contesti. Realizzeremo, quindi, una serie di incontri di gruppo destinati alle detenute, un percorso al momento di sei mesi, lavorando sui loro vissuti. Contestualmente svilupperemo incontri informativi con la polizia penitenziaria».

“Hortensia” si pone, così, nel ventaglio delle numerose iniziative di sensibilizzazione e aiuto svolte dal centro antiviolenza nelle due città. Ai tanti progetti, si aggiunge per Save così anche quello nel carcere femminile dove il tema della violenza sarà affrontato dal punto di vista psicologico, socio-educativo e giuridico. All’interno sarà così creato il primo sportello regionale di ascolto, laboratori per migliorare la qualità delle relazioni quotidiane e attività per una gestione consapevole delle emozioni e dei conflitti. Dopo una prima fase di conoscenza e valutazione, entreranno nel vivo le attività con la popolazione detenuta e momenti di sensibilizzazione per tutto il personale. «Siamo felici di questa apertura tra il carcere e il Comune» è il commento del direttore degli istituti penali di Trani Giuseppe Altomare, mentre per la garante Elisabetta de Robertis «oltre allo strumento classico di ascolto, si cercherà di fornire strumenti per affrontare la quotidianità».

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