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Negozi chiusi, degrado e poca sicurezza: è l’inarrestabile declino di Via Manzoni a Bari

Passeggiare per via Manzoni è un po’ come sfogliare un vecchio album di ricordi, di foto poco nitide che, chi non è ritratto, ha bisogno di qualcuno che ne racconti la storia. Incuriosisce sapere che un tempo i giovani s’incontravano lì dove ora la maggior parte delle saracinesche sono chiuse per sempre. Queste, però, almeno…

Passeggiare per via Manzoni è un po’ come sfogliare un vecchio album di ricordi, di foto poco nitide che, chi non è ritratto, ha bisogno di qualcuno che ne racconti la storia. Incuriosisce sapere che un tempo i giovani s’incontravano lì dove ora la maggior parte delle saracinesche sono chiuse per sempre. Queste, però, almeno fino al 2008, come documenta Google Maps, erano ancora aperte. Il confronto con 15 anni fa è sconvolgente, ma lascia spazio alla spiegazione di un panettiere del posto: «Non ci pensa nessuno. Libertà è solo la passerella elettorale dei politici».

Via Manzoni, storica strada dello shopping uscita gravemente ferita dalla crisi del 2008, è ritornata recentemente sulle pagine dei quotidiani – per poi sparire di nuovo – per via dell’ipotesi, sventolata da alcuni politici locali, di renderla pedonale. Quando chiediamo a Nino, che gestisce l’edicola di piazza Risorgimento, cosa ne pensa, dal canto suo, lui sventola una pila di documenti anti-pedonalizzazione, firmati dai commercianti e dai residenti della città. «A me andrebbe chiudere fin qui – dice, indicando via Putignani – altri protendono per via Calefati, altri per via Dante. Insomma, siamo divisi tra di noi, e non perché lo vogliamo, ma perché la pedonalizzazione non basta: bisogna investire in un piano di recupero dell’intero quartiere. Altrimenti siamo costretti a chiudere per sempre». E a chiudersi davvero, nelle loro case tutte le sere, sono i residenti di via Manzoni e dintorni. Hanno paura a raccontarlo, temono ripercussioni, e sarebbe chiaro anche a chi non conosce la zona che, in questa fetta di città, non si respiri sicurezza. «Su via Manzoni non c’era un orario preciso in cui si finiva di lavorare – ci racconta il titolare di un esercizio commerciale, che si affaccia proprio sulla piazza – era un continuo, dall’apertura alla chiusura a sera tarda, di clienti. Oggi è impensabile, perché la gente ha paura a spostarsi, la sera. Qui è pieno di spacciatori». In effetti, più che la crisi economica, che ha falciato decine di negozianti, il più serio problema, al giorno d’oggi, è proprio quello della sicurezza. Un problema che pesa più dei parcheggi (trovarne uno in questa zona significa girovagare per ore) dell’ipotesi pedonalizzazione (contro cui i commercianti si sono già espressi), del degrado dilagante (che però al senso di insicurezza è strettamente legato). Il nemico, facile a dirsi, lo si individua sempre in quella categoria, non ben definita, dell’extracomunitario, segno, però, che quella costante narrazione di una Bari accogliente e spettacolare (da Lolita Lobosco, per intenderci) non corrisponda al vero. «Anche questa – commenta un altro negoziante – anzi, soprattutto questa, è Bari. Le istituzioni si sono fatte vedere solo in campagna elettorale, poi il mortorio. E noi siamo stanchi di essere usati come una passarella».

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